Covid in pediatria – Intervista a un medico

Covid in pediatria – Intervista a un medico

di Camilla Magazzù 3FL

Oggi vorrei fare alcune domande a mia madre che ci spiegherà la situazione Covid all’interno dell’ospedale in cui lavora.  Mia madre è un’infermiera dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, lavora nel reparto area rossa del pronto soccorso e si trova a contatto con bambini da 0 a 18 anni affetti da Corona Virus. Essere infermiera è un mestiere che a volte guarda dritto in faccia la malattia, ma che è in grado di regalare immense soddisfazioni. Come il sorriso di un paziente guarito, o la felicità per la visita di un parente. Ogni infermiere non deve mai arrendersi, cercando di suscitare speranza e positività ai pazienti, anche in un periodo difficile come questo. A questo punto iniziamo l’intervista!

Camilla: La prima domanda è: rispetto ad un ospedale per adulti, nel pediatrico come si è manifestato il Corona Virus?

Tiziana: Nella prima fase, nel marzo del 2020, si andava in controtendenza rispetto a quello che erano le reali situazioni degli altri ospedali. La nostra rianimazione e il pronto soccorso hanno presentato un basso indice di utenza dovuto al manifestarsi della malattia prevalentemente, in maniera grave, nella fascia di età fra i 70-90 anni. Ci sono stati alcuni casi pediatrici ricoverati nel reparto Covid della sede di Palidoro, i quali non hanno presentato sintomi gravi con compromissione delle funzioni vitali. L’aspetto più difficoltoso in questa prima fase è stata l’organizzazione dei presidi anti-covid, fondamentali per il reparto del pronto soccorso, per mettere in sicurezza gli operatori sanitari. Sono stati creati percorsi differenziati per patologie respiratorie, abbiamo imparato le procedure di vestizioni e svestizioni e a convivere con questa nuova realtà.

I problemi sono sorti con la seconda ondata del corona virus tra i mesi di ottobre e novembre con l’aumento degli accessi in pronto soccorso di pazienti affetti da corona virus e l’infezione si è manifestata anche nei pazienti con patologie onco ematologiche. È stato un periodo difficile per la gestione di questi piccoli pazienti che hanno necessitato di un supporto di terapie avanzate al livello respiratorio e cardiaco, con ricoveri lunghi in terapia intensiva e purtroppo a volte senza benefici.

Camilla: Un episodio di cui non ti dimenticherai legato a questo periodo?

Tiziana: Ci sarebbero più episodi da raccontare, il primo dei quali ho memoria è sfortunatamente l’arresto cardiaco di un bambino affetto da un tumore e positivo al Covid.

Ricordo con angoscia il momento in cui dovevo entrare in una stanza isolata per aiutare il mio collega e nello stesso momento dovevo sbrigarmi ad indossare i dispositivi di protezione. Non ho pensato alla mia incolumità ma solo a fare in fretta per aiutare il bambino, mi rendo conto di aver sbagliato poiché potevo contagiarmi ed essere un vettore per gli altri, ma come si può lasciare morire un bambino?

Un altro episodio che mi ricorderò per sempre è stato il decesso di un paziente affetto da covid, sapevamo che non ce l’avrebbe fatta e che gli mancava poco tempo, lui ovviamente era incosciente. Come sappiamo i parenti non possono vedere i propri cari. Quel pomeriggio io, i miei colleghi e i medici abbiamo deciso di infrangere le regole facendo entrare i genitori con le dovute precauzione per passare gli ultimi momenti insieme al loro figlio.

Camilla: Quali sono i tuoi pensieri futuri per questa pandemia?

Tiziana: Questa pandemia ci ha e ci sta segnando molto dal punto di vista di perdita di affetti e relazioni. Mi auguro che con la vaccinazione di massa e comportamenti adeguati nel rispetto nelle norme si possa al più presto tornare alla nostra routine con una consapevolezza maggiore di quanto sia bella la nostra libertà.

Inoltre questo virus ha causato una grave crisi economica, facendo perdere il lavoro a molte persone e aumentando il tasso di povertà. Mi auguro che con il trascorrere del tempo l’economia italiana possa tornare a crescere e ridare fiducia ad un paese caduto nella depressione.

Camilla: In conclusione pensi che questa emergenza ci insegnerà qualcosa?

Tiziana: Assolutamente sì. In primo luogo l’importanza di avere un sistema sanitario in grado di affrontare determinate situazioni di emergenza. L’utilizzo di comportamenti dati per scontati come il lavaggio delle mani, stare a casa in situazioni di malessere ed avere rispetto per gli altri. Personalmente credo che ci abbia insegnato a non dare nulla per scontato, perdere un proprio caro senza neanche salutarlo è la più grande atrocità alla quale questa pandemia ci ha messo di fronte.

Camilla: Va bene, ci possiamo fermare qui, grazie mille per il tempo che mi hai dedicato e buon lavoro!

Tiziana: Grazie a te!