Il racconto di due bambini positivi al covid

IO POSITIVO AL CORONAVIRUS
La quarantena in famiglia contagiati dal virus

Mia madre lavora presso il reparto “medicina covid” del San Raffaele. Il 17 febbraio mentre era al lavoro ha fatto il tampone di controllo settimanale. Il 18 è arrivata la risposta: era positiva. Il 20 febbraio io, mio fratello e mio padre siamo andati a Sulmona per fare il primo tampone e, dopo due giorni, esito positivo per me e mio fratello.
Appena l’ho saputo sono diventato triste perché avere il covid significa rinunciare a molte cose, come la libertà di uscire fuori casa. Poi avevo sentito cose brutte alla tv di questa malattia.
Per fare la spesa o qualcosa di cui avevamo bisogno dovevamo chiedere a mia nonna o a un’amica della mamma. Non abbiamo avuto sintomi particolari, sembrava quasi che la malattia non ci appartenesse ma eravamo comunque costretti a stare a casa. Io passavo le mie giornate in camera facevo i compiti e giocavo online con i miei amici Pila e Nicolò, ogni tanto litigavo con mio fratello perché si annoiava e mi faceva i dispetti. Scendevo in cucina solo per mangiare appena finivo risalivo in camera, facevo così tutti i giorni.
Mia madre al secondo tampone è risultata negativa ed essendo operatrice socio-sanitaria è tornata a lavoro.
Io e mio fratello, dopo tre tamponi, eravamo ancora positivi.
Io e la mia famiglia siamo stati fortunati rispetto alle altre persone che sono state male e sono andate all’ospedale per curarsi.
Quando tutto finirà sarà una storia da raccontare!

Mattia Boscolo 5B

 

Il primo febbraio io, i miei genitori e i miei nonni, siamo stati contagiati dal covid19, variante inglese. Fortunatamente io sono stato sempre asintomatico, cioè senza sintomi, però risultando positivo sono stato costretto a stare a casa per un po’ fino a quando è arrivata la mia negatività, un mese preciso.
Stando a casa le mie giornate erano lunghe, infinite. Fuori c’erano belle giornate e io dentro casa a inventarmi come passare il tempo. Quando non seguivo le videolezioni (Dad), la mattina non mi alzavo presto: facevo colazione, guardavo la tv e mi preoccupavo della situazione dei miei nonni e dei miei genitori, gli chiedevo se avessero bisogno di qualcosa e poi mi isolavo per non stare troppo a contatto con loro. Indossavo sempre la mascherina, mi igienizzavo sempre le mani e per mangiare e bere usavo stoviglie monouso e consumavamo i pasti a turno, sempre per evitare di stare troppo a contatto.
Poi nel pomeriggio facevo i compiti, giocavo con la play e ogni tanto qualche video-chiamata con i miei amici e con i miei zii e cugini per non sentirmi troppo lontano da loro.
La sera sempre cena a turno, poi un po’ di tv o attività con il telefono. Andavo a letto con la speranza che al mattino dopo non avrei dovuto fare il tampone, ormai stava diventando un incubo, non mi piace tanto farli.
I primi giorni non sono stati belli: ero ansioso per la situazione che c’era e mi preoccupavo per me e per la mia famiglia, poi piano piano le mie sensazioni ed emozioni cominciavano a migliorare: ero più tranquillo, sereno, meno preoccupato e cominciavo a pensare che stavo tornando “quasi” verso la normalità.

Nicolò Saponaro 5B