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Margherita Hack, una delle menti più brillanti della comunità scientifica italiano

“Le donne devono imparare ad essere più combattive, investendo le loro energie nella volontà guidata dalla fiducia in se stesse”

-Margher Hack

Margherita Hack nacque a Firenze il 12 giugno del 1922 da Roberto Hack e Maria Teresa Poggesi. Alla sua nascita il padre aveva un impiego presso un’azienda produttrice di energia elettrica, la madre ricopriva il ruolo di insegnante e lavorava anche come impiegata al telegrafo. 

All’età di 4 anni, la famiglia dovette trasferirsi in via Leonardo Ximenes a causa del licenziamento del padre dall’azienda in cui lavorava, causato per via di una sospetta tubercolosi. Il padre non trovò più un impiego fisso e la madre si mise a ricreare copie e miniature al museo degli Uffizi, che poi vendeva ai turisti. 

Margherita imparò a leggere da sola e, nell’ottobre del 1928, fu ammessa alla classe seconda. Nell’estate del 1932, superato l’esame di quinta elementare ottenne l’ammissione alla prima ginnasio e ad ottobre entrò al liceo ginnasio Galilei di Firenze. Nel 1933, a Bobolino, conobbe Aldo De Rosa, che aveva due anni più di lei. Tra i due nacque subito una grande amicizia che in futuro diventò amore. 

Dopo la terza classe del ginnasio Margherita fu iscritta d’autorità, insieme a tutti quelli che abitavano al di là dell’Arno, al liceo Machiavelli, che si trovava in piazza Pitti, qui frequentò la quarta e la quinta ginnasio. Nel 1937, superato l’esame di ammissione alla prima liceo, tornò al Galilei, in una classe composta da sole ragazze. In terza liceo iniziò a giocare nella squadra di pallacanestro della sua scuola.

Nell’estate 1940, Margherita avrebbe dovuto sostenere l’esame di maturità; ma il 10 giugno l’Italia entrò in guerra e gli esami non si sostennero. Dopo la maturità si iscrisse alla facoltà di lettere dell’Università di Firenze ma rimasta delusa dalle prime lezioni, si trasferì alla facoltà di fisica.  Nel giugno del 1943 incontrò di nuovo Aldo De Rosae il 19 febbraio del 1944 lo sposò. Il 15 gennaio 1945 si laureò in fisica con 101 su 110.

Dopo la liberazione del 25 aprile 1945, si aprì per Margherita la possibilità di tenere corsi di matematica e geometria all’Istituto di ottica di Firenze. Nell’estate del 1946 vinse una borsa di studio per neolaureati in fisica. Il 12 giugno 1947 partì per Milano insieme al marito, dove lei lavorò per la sede milanese della Ducati, che si occupava anche di ottica.

Nel 1948 iniziò ad interessarsi alla categoria di stelle di tipo Be. Nel 1950 vinse il concorso per assistente alla cattedra di astronomia e così iniziò la sua carriera accademica. Nel 1952 ottenne una borsa di studio che le permise di trascorrere 6 mesi all’Institute d’Astrophysique di Parigi. Nel marzo del 1954, sostenne l’esame all’osservatorio di Monte Mario a Roma e diventò docente presso l’università degli studi di Firenze.

Nello stesso anno chiese e ottenne il trasferimento all’osservatorio astronomico di Merate.

Pochi mesi dopo il trasferimento a Merate, Margherita ottenne una borsa di studio per l’Olanda, a seguito di una domanda presentata prima di partire per Merate. Partì per Utrecht nel 1955 insieme al marito.

Ad agosto del 1955 partecipò per la prima volta all’assemblea dell’Unione astronomica internazionale e ne divenne ufficialmente membro. Durante l’assemblea conobbe Otto Struve che la invitò a lavorare insieme a lui a Berkeley in California. Partì così per New York. Nell’ottobre del 1959 Margherita tornò a  Merate.

Nel 1964 vinse la cattedra di professore ordinario all’università di Trieste, prima donna in Italia a ricoprire quel ruolo nel campo dell’astronomia. Nel 1967 per sua richiesta fu avviata la costruzione della sede distaccata dell’osservatorio di Trieste a Basovizza, destinata ad ospitare la moderna strumentazione astronomica. Nell’anno 1978 fondò la rivista bimestrale L’Astronomia.

Negli anni 1984-1985, fondò il dipartimento di astronomia dell’Università di Trieste, e ne divenne la direttrice. Nel 1997 andò in pensione e fu nominata professore emerito dell’università di Trieste. Nel maggio del 1998 ricevette la medaglia d’oro ai benemeriti della scienza e della cultura. Dal 2002 fu presidente onorario dell’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti. Nel 2005 si iscrisse all’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica. Morì il 19 giugno 2013 all’ospedale di Cattinara a Trieste. 

Chiara Marchianò, IV A SIA