Marie Curie, due premi Nobel per la chimica e la fisica

Nata in Polonia, Marie Curie è stata una chimica e fisica, vincitrice di ben  due premi Nobel in entrambe le discipline. Nel 1903, infatti, fu insignita del  premio Nobel per la fisica per i suoi studi sulle radiazioni e, nel 1911, vinse il  Nobel per la chimica per aver scoperto il radio e il polonio.  

Marya Salomee Sklodowska detta Manya è l’ultima di 5 fratelli,  figli di due insegnanti: Wladyslaw e Bronislava.  La Polonia è controllata dai soldati russi che pattugliano le scuole e, per  le ragazze, l’istruzione superiore è un miraggio. Ma la piccola Marie  ha la stoffa per imparare e, dal padre, apprende la passione per la  ricerca, la fisica e la chimica. 

La madre si ammala e, nel 1874, muore di tifo, seguita a ruota da Zosia,  sorella maggiore di Marie. Il doppio lutto segna profondamente la bambina, cresciuta secondo l’educazione cattolica, che si ripromette di abbandonare per  sempre ogni forma credo, mentre scivola in una cupa tristezza. Il conforto arriva dai libri. Marie completa le scuole  superiori e stringe un patto con la sorella Bronya, tre anni più grande: lavorerà  come governante per mantenere Bronya agli studi di medicina a Parigi e, dopo  la laurea, la sorella farà altrettanto per lei. 

Lo scambio funziona e a 24 anni, senza conoscere una parola di francese,  Marie approda alla Sorbona. La sua nuova casa è una soffitta del Quartiere Latino, al sesto piano e senza  riscaldamento. Sopravvive con pochissimo: un po’ di pane, frutta, tè e  cioccolata, una pila di vestiti sotto i quali dormire per non congelare. È  malnutrita e sviene per gli stenti, ma è ossessionata dagli studi, e nel giro di tre  anni si laurea in fisica e matematica alla Sorbona. Il piano è diplomarsi come  insegnante e tornare a Varsavia. 

Per sbarcare il lunario, Marie ottiene una borsa di studio  all’Università su come tracciare le proprietà magnetiche dei vari acciai.  L’attrezzatura è ingombrante e richiede spazio, così qualcuno fa il nome di  Pierre Curie, un fisico esperto nelle leggi del  magnetismo. Quell’incontro cambierà le vite di entrambi. Pierre Curie, 8  anni più vecchio di Marie, scienziato di fama  internazionale, è un outsider nel mondo  accademico, interessato più alla ricerca che a  titoli e prestigio. Si guadagna da vivere come  capo di laboratorio della Scuola di Fisica e  Chimica industriale di Parigi e ha già  all’attivo con il fratello Jacques una scoperta importante: la piezoelettricità (un  potenziale elettrico che si genera quando cristalli vengono compressi). 

Il 19 aprile 1906, mentre attraversa la strada in una  giornata di pioggia, Pierre Curie viene investito e ucciso da un carro vicino a  Pont Neuf, a Parigi. Marie rimane sola con le figlie Irène ed Ève, di 9 e 2 anni.  A 38 anni, vedova, diviene la prima donna a insegnare alla Sorbona: non per i  meriti personali, ma perché “eredita” il posto del marito. La sua prima lezione  inizia da dove era finita l’ultima di Pierre. 

Marie si chiude nel silenzio, rintanandosi in laboratorio fino a notte fonda.  Delega la cura delle figlie al padre di Pierre, mentre si occupa della loro  istruzione: per due anni le piccole riceveranno lezioni private a rotazione da un  gruppo di amici della coppia, professori alla Sorbona. Su Irène, l’esperimento  educativo pare funzionare: sarà la seconda donna della storia a ricevere il  Nobel per la Chimica. 

Nel 1911 arriva il secondo Nobel di Marie, per la  scoperta di radio e polonio. Ma il premio e l’invito alla prestigiosa Conferenza  Solvay (unica donna tra fisici del calibro di Einstein e Planck) non cancellano  un’annata terribile. La candidatura di Marie all’Accademia delle Scienze viene  scartata in un clima maschilista, razzista e antisemita. Nonostante le origini cattoliche, il cognome Sklodowska e la nazionalità  polacca suggeriscono radici ebraiche, e si insinua che la scienziata sia stata  favorita dal prestigio del marito. 

Nel 1914, mentre nasce il laboratorio Curie all’Istituto  Pasteur di Parigi, scoppia la guerra, con Marie Curie in prima linea per la  Francia che l’ha bistrattata. Da sola trascina una valigia di piombo con le intere  scorte nazionali di radio in treno da Parigi a Bordeaux, per metterle al sicuro  dai soldati. Durante il conflitto, prima da sola e poi con Irène, predisporrà 20 camion  dotati di strumentazioni per i raggi X sequestrate ai laboratori e agli studi  medici abbandonati per la guerra, di lastre fotografiche e di ampolle contenenti  radon. Nascono così le prime unità mobili di soccorso radiografico che  possano raggiungere le zone più difficili (una la guiderà di persona, con una  fascia della Croce Rossa al braccio). Fino ad allora, le mutilazioni inferte ai  soldati erano disordinate e casuali: sarà Marie a istruire il personale di  soccorso su come leggere le radiografie. 

Il 4 Luglio 1934 Marie Curie muore in un sanatorio in Savoia: l’eccessiva esposizione alle radiazioni,  scambiata da medici parigini per una tubercolosi, le causò la leucemia.

Orlando Burgo, IV B SIA