Femminicidi, quando a fallire è la società. Intervista

Ho intervistato Marialucia, una giovane ragazza, per fare chiarezza sull’argomento “violenza di genere” e per capire il suo punto di vista al riguardo.

Quante sono le forme della violenza sulle donne e qual è secondo te la peggiore?

“Mi fa molto piacere esprimere il mio pensiero su un argomento così importante. Le forme di violenza sono molte, ad esempio la violenza sessuale, quella fisica, lo stalking e tante altre, ma a mio parere, la forma di violenza peggiore è quella psicologica, perché rispetto a quella fisica, in cui i segni man mano scompaiono, il brutto ricordo nella mente rimane inciso per sempre.”

Quali sono, secondo te, le cause principali della violenza sulle donne?
“A mio avviso le cause principali sono la non tolleranza verso l’altro, le situazioni di stress che quotidianamente ci mettono a dura prova, i ritmi frenetici, la gelosia nella coppia, e quindi il senso di appartenenza, che degenera in un rapporto morboso dove spesso è la donna a pagarne le conseguenze”

 Una donna che si sente in pericolo, che cosa può o dovrebbe fare?
“Sono del parere che una donna che si sente minacciata, dovrebbe subito denunciare l’accaduto senza paura, perché molte volte capita che, avendo timore di eventuali e possibili ripercussioni, si lascia in sospeso la situazione.”

Ti sembra normale che una donna nel 2021 non possa andare in giro da sola in tranquillità?
“Penso sia assurdo che una donna non possa uscire a bere un caffè o semplicemente andare a fare la spesa da sola, senza ricevere occhiate e fischi indesiderati e, in casi estremi, anche essere inseguita. Ogni persona dovrebbe essere libera di fare ciò che vuole”.

Rispetto alle generazioni precedenti, gli adolescenti sono migliorati su questo pensiero?
“Non penso ci sia stata evoluzione tra una generazione e l’altra, nemmeno negli atteggiamenti più semplici.  Finché non si avrà ben chiaro in mente che una donna ha gli stessi uguali diritti di un uomo, non ci sarà evoluzione neanche nelle prossime generazioni.”

Secondo te, quando una donna si definisce “vittima di violenza”, parlare può aiutare la vittima?
“A mio parere una donna si definisce vittima di violenza quando viene colpita sia dal punto di vista fisico, ma soprattutto su quello psicologico. Certo, penso che con l’aiuto di uno psicologo o anche semplicemente parlandone ed esternando ciò che si prova, rendere noto il fatto senza paura può solo far bene, perché affrontando il problema non si ha solo un miglioramento verso se stessi, ma anche verso chi ci sta vicino.”

“Come pensi che si possa aiutare una vittima di violenze?”
“Sicuramente non è un argomento facile da trattare, quindi bisogna affrontarlo in maniera delicata, ascoltando la vittima e facendole capire che non ha colpe e, appoggiando, le sue decisioni, sostenendola per farle ricostruire la fiducia in se stessa, offrendole consigli validi e standole a fianco, dandole forza e coraggio.”

“Si sente molto spesso parlare di femminicidio, il punto più estremo che la violenza di genere può raggiungere. Pensi che l’emergenza sanitaria che stiamo attraversando, abbia influito sull’aumento di questo fenomeno? E se sì, perché?”
“Si, il contesto in cui ci troviamo, ha sicuramente influito molto sulla crescita di questo fenomeno, perché stando sempre chiusi in casa, a contatto con il proprio partner, le criticità aumentano per cui se già c’è un pregresso, degenera del tutto.”

Che cosa pensi quando senti la parola “femminicio”
“quando sento la parola femminicidio penso che ad aver perso la battaglia contro la violenza di genere sia l’intera società”.

Chiara Marchianò, IV A SIA