La moda del fumo tra i giovani

Stando alle statistiche, quasi tutti gli adolescenti oggi fumano regolarmente o lo fanno di tanto in tanto o per lo meno, hanno sperimentato la sigaretta. Il fumo esercita ancora oggi un’attrattiva irresistibile sui più giovani, perché è una sorta di iniziazione verso il mondo degli adulti. Infatti la maggior parte di coloro che iniziano a fumare è minorenne e lo fanno proprio per allontanarsi il più possibile dall’infanzia e dal controllo dei genitori. Il fumare rappresenta un comportamento criticato dal punto di vista della salute, ma accettato nel mondo degli adulti. I giovani tendono a rafforzare la propria identità scegliendo amici e compagni simili a se stessi. Di conseguenza, i gruppi si costituiscono e tendono a differenziarsi sempre più in base a questa caratteristica e crescendo i fumatori hanno un numero sempre più alto di amici fumatori. Il fumare inoltre sembra facilitare l’inserimento nel gruppo, al punto che i ragazzi che non fumano si sentono tagliati fuori dalle attività svolte dai ragazzi della loro età, temono di non riuscire a farsi degli amici e si sentono socialmente più incerti.

Vietare può essere pericoloso: una volta superata l’incredulità e assimilata la realtà che il proprio ragazzino fuma, il passo successivo è come indurlo a smettere. Perché questa è una strada che va perseguita, nella certezza che la sigaretta esercita un effetto negativo per la salute e che potrebbe anche aprire la strada ad altre forme di dipendenza. Infatti i ragazzi fumando non provano piacere, non sono ancora dipendenti dalla sigaretta, ma lo fanno solo perchè vogliono dimostrare di fare quello che vogliono, soprattutto di fare quello che i genitori non vogliono. Di conseguenza, vietare le uscite, negare la paghetta, proibire Tv e videogiochi ha solo l’effetto di inasprire i ragazzi. Inoltre i ragazzi possono trovare comunque le occasioni per fumare, perché il controllo dei genitori non può e non deve essere così serrato.

Non è nemmeno costruttiva la strada opposta, ossia il lasciare fare loro quello che vogliono, magari offrendosi di comprare le sigarette, questo indurrebbe in confusione un ragazzo perché non si deve dimenticare che il fumo fa male. Quindi un genitore non si dovrebbe mai porre dalla parte di colui che favorisce le cattive abitudini, al contrario dovrebbero far capire ai ragazzi i danni provocati dal consumo della sigaretta. Si può allora provare facendo notare i rischi soprattutto estetici del fumo piuttosto che lo spauracchio delle malattie tumorali: alito pesante, pelle spenta e più brufolosa, capelli perennemente impregnati di cattivo odore. In conclusione, è chiaro come i giovani nel periodo dell’adolescenza cerchino in ogni modo di mettere in atto comportamenti che permettano loro di affermare la propria identità e di costruire una rete di relazioni sociali e affettive. Ci sono giovani che riescono a raggiungere tali obiettivi senza mettere in pericolo la propria vita, mentre altri optano per i comportamenti a rischio. È per questo motivo che sono fondamentali le attività di promozione della salute e di prevenzione dei comportamenti che mettono a repentaglio il proprio benessere, messi in atto nelle scuole e nelle famiglie attraverso il dialogo e il confronto.

Alice De Mattia, Lorenzo Brutti e Edoardo Barbacci, classe 3 BX