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Amore carnale e amore romantico: Lucrezio e Catullo a confronto

 

L’amore viene preso in analisi da entrambi i poeti. Essi ne discutono all’interno delle loro opere ed emergono pareri contrastanti anche se appartengono alla stessa epoca. Lucrezio ci spiega la sua visione dell’amore nel quarto libro “la follia d’amore”, mostrandosi contrario al sentimento amoroso. Infatti sostiene che questo possa portare turbamento negli uomini, allontanando così l’individuo dal raggiungimento del suo obbiettivo, l’atarassia, ovvero l’assenza di dolore nell’animo. Il poeta crede inoltre che il sentimento d’amore conduca anche al dolore fisico poiché durante l’atto sessuale i due amanti sono spinti da esso a desiderare maggiormente il corpo dell’altro.

Lucrezio condanna infine il sentimento d’amore perché porta l’uomo a esaurire il patrimonio, a rovinare le vesti e a provare un sentimento di gelosia nei confronti dell’altro. Crede invece che l’amore carnale sia un aspetto positivo perché porta alla soddisfazione del piacere, infatti lo considera un bene naturale-necessario. Catullo ha una visione ben diversa da Lucrezio, infatti crede che il sentimento d’amore sia un sentimento totalizzante che dà senso alla nostra esistenza. Pensa che oltre al lato passionale sia fondamentale il lato sentimentale e affettuoso basato sulla “fides”. Il poeta infatti sposta questo valore, la fiducia, dalla sfera sociale alla sfera personale dicendo che deve essere condiviso da entrambi gli amanti, così da creare un rapporto duraturo e sincero come all’interno di un matrimonio.

Catullo distingue l’amore passionale dal voler bene, infatti crede che quest’ultimo sia importante all’interno del rapporto perché basato sulla stima e paragonabile all’amore di un padre nei confronti dei figli o dei generi. Questa differenza viene spiegata dal poeta nel carme 72 “Amarsi e voler bene” in seguito alla delusione d’amore. La relazione con Lesbia è il filo conduttore della sua opera e in particolare il carme 51 segna l’inizio della loro storia d’amore. Un amore travagliato che anche nei momenti positivi lo induce a dubitare delle parole dell’amata, come nel carme 109 in cui prega gli dei affinché le parole di lei siano sincere.

 

Di Alice Cappa