La casa – Il romanzo di Aurora Foscarini

Aurora merita di essere ascoltata nella sua composta, tormentata serenità. Aurora è una ragazzina di 12 anni, minuta, esile, con un vissuto molto profondo. Dal buio della sua graziosa anima, è riuscita a tirare fuori le paure scrivendo o meglio dettando le sue emozioni. Ha lottato tenacemente contro i mostri, ha resistito allo tsunami pandemico aggrappandosi ad ogni forma di speranza. Potrei scrivere io un romanzo su di lei, ma lei lo ha fatto per noi per raccontarci chi è e che cosa spera. Buona lettura dalla prof.ssa Gargano Cesira 


IC ‘U. POSTIGLIONE’ RAIANO (AQ)
Scuola Secondaria I
Romanzo di Aurora 1A
LA CASA

CAPITOLO I
La vacanza

Emma ha 10 anni, Giulia 8. Sono due cugine che si sarebbero viste per l’estate a casa di Emma. Le due sapevano di una casa che molti credevano stregata, ma loro credevano che fosse tutto finto. Qualche giorno dopo le cugine fecero un giro per la città e videro la casa, la tentazione di entrare era alta, ma le due ragazze resistettero per una, due, tre settimane. Un mese dopo, purtroppo, decisero di entrare e così una notte, alle due in punto, uscirono di nascosto per andare alla casa.

CAPITOLO II
Nella casa

Emma era un po’ insicura e dubbiosa, non era molto convinta ma Giulia voleva entrare a tutti i costi. Polvere, topi, muffa, una vera casa sporca e abbandonata. Le due cugine entrarono con il cuore in gola. Passarono molto tempo lì: alle tre del mattino Emma disse: — Giulia ho sonno! E qui puzza pure! Ora andiamo! — No! — disse Giulia.

Rimaneva solo una porta che ancora non avevano aperto, entrarono e … c’erano bambole di tutti i tipi e la camera era rosa, da vera principessa, molto diversa da tutta la casa. — Giulia, no! Non toccare nulla! Guarda che stanza, è di qualcuno — disse Emma — Macché! Qui non c’è nessuno.— rispose Giulia.

Appena Giulia toccò una bambola la casa si scurì diventando nera come la notte. Una figura nera aspettava lì le due cugine, corsero via, ma la figura prese Giulia. Emma uscì dalla casa e quest’ultima crollò in poco tempo.

CAPITOLO III
Dov’è Giulia?

Emma scappò a casa, si infilò a letto e non disse nulla a nessuno. Passò un altro mese, ma Giulia non saltò fuori. Emma sapeva che Giulia non sarebbe tornata, ma era l’unica a saperlo.

La mamma di Giulia restò un mese, ma poi tornò nella sua città. Emma era sconvolta, ora Giulia non era più sui volantini “missing”, e la gente credeva che fosse morta. Aveva perso sua cugina e pensava fosse colpa sua. — Dovevo sorvegliarla… — disse piangendo.

Qualche anno dopo, la ragazza Emma era diventata un’adolescente di 15 anni e voleva andare via da quella città, così chiese alla mamma: — Mamma, qui ci sono brutti ricordi, trasferiamoci! — disse Emma. La mamma accettò perché anche lei aveva quei brutti ricordi. Sarebbero andate da Milano a Roma e lì avrebbero iniziato una nuova vita.

CAPITOLO IV
Una nuova vita

A Roma era tutto molto bello: Emma aveva una nuova scuola e nuovi amici, ma non sarebbe vissuta mai serena con quel segreto. Trovò anche un ragazzo molto bello e interessante.

Una mattina Emma si alzò, si lavò e si vestì e andò a scuola. Sul pullman si sentì osservata, come se qualcuno fosse accanto a lei, ma non c’era nessuno. A casa, dopo i compiti, era al telefono e allo stesso modo sentì che non era sola nella stanza. Alle nove di sera, decise di andare a letto. Mentre dormiva sognò sua cugina che disse: — Ciao Emma! Torna a Milano, forza! Vai a quella casa! Vieni, dai!

Emma si svegliò impaurita, era mezzanotte e si rimise a letto. Il giorno dopo disse a sua madre che sarebbe andata in campeggio una settimana, con le amiche. La mamma ci credette, ma Emma prese il primo treno per Milano.

— Non ci credo, la casa è tornata in piedi… — disse Emma. Spaventata, entrò. La casa era come cinque anni fa, prima che crollasse. — C’è qualcuno? Mia cugina mi ha detto di venire qui — chiese Emma, — Emma! Emma!! — sentì la cugina, così salì le scale velocemente. — Ma sei viva! Sei viva! Sei viva! — gridò Emma. Aprì ogni porta, ma nulla… — Emma! Emma! Emma! — disse Giulia. Emma era spaventata, scappò dalla casa e prese il primo treno per tornare a Roma, a casa.

— Mamma! Mamma! Non torno più a Milano— disse Emma, scappando in camera. La mamma non capì.

CAPITOLO V
Per dimenticare

La mamma di Emma è molto preoccupata per lei, sempre per la storia di Giulia. – Farò qualcosa… – disse la mamma. Andò in camera di Emma e la sentì parlare. – Scusa Giulia, è colpa mia se sei morta- disse Emma piangendo. – Cosa?- Disse la mamma ad Emma, così fu costretta a confessare tutto o quasi: – Mamma! Giulia è morta perché ehm… dovevo tenerla d’occhio.. ed è scappata… La mamma le credette, e andò via. – Ehh.. che farò se dovesse scoprirlo – si ripetè Emma. Ho portato questo segreto per tutta la vita e ora non so che fare.

Roma la rendeva felice ma anche a Milano con Giulia, lo era. Una sera stava tornando a casa in bici e andò a sbattere e : — Ciao Emma… ti prego torna a Milano, ho bisogno di te…

Emma si risvegliò in ospedale con la mamma: — Mamma, domani vado a Milano — la mamma non capì, ma accettò e così Emma partì la mattina dopo.

CAPITOLO VI
A Milano

Emma prese una camera in hotel e tornò in quella famosa casa. Entrò: — Giulia, ti prego.. basta scherzi!

C’era una porta che non aveva mai visto prima, si avvicinò con la mano tremolante, aprì la porta e c’era… una ciotola, un bicchiere e un lenzuolo: — Ma che?! — disse Emma con la bocca aperta. La figura nera era di nuovo lì: — Dimmi dov’è mia cugina!! — gridò disperata Emma, prese un palo e si scagliò contro la figura che prese una bella botta in testa. Emma allora disse: — Giulia, Giulia.. so che sei qui! — e una voce rispose: — Emma, Emma!

Emma entrò nella cantina della casa, e vide sua cugina ormai cresciuta, come lei. —Emma, sono io, Giulia! — Emma la liberò e abbracciò. Tornarono insieme a Roma: —Mamma c’è Giulia, l’ho trovata!

Giulia mangiò, bevve, si lavò e si vestì. — Ora Giulia raccontaci cosa ti è successo in questi anni— disse Emma. Giulia raccontò che la figura era un demone che appariva in sogno ad Emma per farla tornare a Milano e imprigionarla. — quella cosa è pericolosa, il demone deve essere eliminato!— disse Emma. — Ma come?— chiese Giulia. — Serve… una squadra, disse Emma.

CAPITOLO VII
Una squadra

— Ma Emma, chi vuole fare una missione suicidio — disse Giulia, — non so, ma faremo qualcosa — rispose Emma. La mattina presto arrivarono i suoi amici Lily, Sara e Jack. Emma e Giulia raccontano tutto: —Siete delle bugiarde?— disse Sara, — Un demone?! Ma scherzate?— disse Jack, —sono stupita!— aggiunse Lily.

—No! No! — disse Giulia che aggiunse che la storia era vera. Per cinque anni era rimasta lì, mangiando schifezze per non morire e fece vedere la cicatrice fatta dal demone. Mostrò anche le foto che lei ed Emma avevano fatto fuori da quella casa. —Ok! Ok! Sembra tutto vero. Ci stiamo!—dissero i tre ragazzi. — Ma ora che si fa?— disse Sara, — andiamo a Milano!— rispose Emma. E come sempre presero il treno —Verso Milano, per la nostra avventura!— dissero in coro.

A Milano i ragazzi si diressero alla casa:— è qui, è vero! — disse Sara incredula, — sì — disse Emma, —è c’è il de-de-demone!— disse Jack impaurito. —Sì— disse Giulia, ma nella testa dei quattro ragazzi sorgeva una domanda:— come lo sconfiggiamo?— si chiesero tutti. —Io so come— Emma disse —come?— disse Lily. Emma pensava di aprire un portale con una seduta spiritica per intrappolare il demone negli inferi. —Ok, ma come?— disse Sara; Emma capì che i quattro ragazzi erano spaventati per lei e per Giulia e non vedeva l’ora di concludere questa storia, così da riportare Giulia, finalmente, da sua madre.

CAPITOLO VIII
Scacciamo il demone!

—Demone vieni! Sei destinato a perdere— disse Emma, la risposta del demone fu un suono spaventoso, simile a quello di un leone che ruggisce, ma più inquietante. Il demone era vicino. —Apriamo un portale! — disse Sara — tu demone, tu esci e torna negli inferi!— dissero tutti insieme. Così fu, ma il demone prese Emma con sé e la trascinò con lui. —No! No! — disse Giulia, uscendo dalle travi di legno. —Sentite! Riprendiamoci Emma— disse Giulia, —cosa? Come? È praticamente all’inferno! — disse Sara —ma lei mi ha salvata, e ora io salverò lei!— ripetè Giulia.

CAPITOLO IX
Per l’inferno

—Se potessimo riaprire il vortice— disse Giulia, —sì, ma come? — chiese Jack, —nella miniera— disse Lily —ho visto una serie per evocare il vortice. Durante la notte in miniera lo evocarono, nell’inferno più nero… e bummm!! Il portale si aprì: —su, tutti giù!!— disse Giulia, —cadiamoooooo!!!!Emma!! Siamo quiiiii!!!!. —Se volete incitare Emma dovrete sconfiggermi— disse il demone con voce acuta e spaventosa. —ehi Giulia, tu vai… ci pensiamo noi a lui— disse Sara a bassa voce.

—ok, grazie!— rispose Giulia. E così andò a cercarla e finalmente la trovò. —Emma! —Giulia!— dissero abbracciandosi. —Torniamo dagli altri ora!— disse Giulia. —ehi demone!, non siamo umani e tu dovresti farci tornare a casa ora!— disse Lily. E così fu, tornarono a Roma. —fortunatamente i demoni sono scemi— disse Lily ridendo. Così il giorno del compleanno di Emma, arrivò la mamma di Giulia e…—Giulia!— gridò commossa la mamma, le due si abbracciarono e piansero insieme. Dopo il compleanno Giulia salutò Emma e partì con la mamma:—ciao Giulia— disse Emma, salutandola, ma fortunatamente si sarebbero viste presto perché le avventure, si sa, non finiscono mai.

CAPITOLO X
Rivedrò Giulia

Dopo quell’avventura la mamma di Giulia non voleva che tornasse a Roma:— sai mamma ho capito che Milano è casa mia, torniamo lì, ora che Giulia è salva?— disse Emma. La mamma sospirò:—mmm, non so, forse il prossimo anno potremo— rispose lei, —ok mamma!— rispose Emma sconsolata. — Ohh Giulia, vorrei rivederti— disse qualche minuto dopo Emma alla sua amica al telefono. Ma non c’era il tempo di rattristarsi:— convinciamo le mamme!!— dissero entrambe.

Nel frattempo negli inferi…

—Lucy!! Vieni!!— disse il boss, —si.. c.c.capo— rispose lui tremolante. —hai permesso a cinque mortali di lasciare l’inferno, così.. a caso??— ripete il boss arrabbiato. —Si, si signore.. mi hanno ingannato— disse lui, —beh vedo! Idiota! Riportali qui e uccidili! O sarai tu a perdere la vita!!— gridò il boss, arrabbiato.

Ora, sulla terra..

Lucy si teletrasportò a Roma. La mattina a scuola, i quattro ragazzi, ancora ridevano della storia .. quando sentirono un rumore fortissimo! —Ma cosa è successo?— dissero i quattro ragazzi,— ah! Ah! Ah! Voi pensavate di…eh? Uno, due tre e quattro.. — il demone capì che mancava qualcuno. —dov’è l’altra?— disse Lucy — non è a Roma— gli rispose Lily — è a Napoli. Il demone uscì a cercarla e la trovò.

CAPITOLO XI
Perché ci fai questo?

Negli inferi —padrone eccoli!— disse Lucy —ma che cosa abbiamo fatto noi?— disse Giulia —non voi, ma tu!!— disse il demone.

CAPITOLO XII
La figlia

—Quella casa è mia. Io ero un mortale, le bambole erano di mia figlia, poi ho commesso molti peccati e così, quando sono morto sono finito all’inferno. Mia figlia è morta, non è qui.

I ragazzi, a queste parole, diventarono bianchi di paura:—ok, io ti chiedo, perdono.. non lo sapevo.. avevo solo otto anni— disse Giulia, scioccata.

—ok, ma ora andate via … e bumm, sulla terra. I quattro ragazzi si ritrovarono a Roma e Giulia a Napoli. Tutti erano un po’ scioccati e increduli: —Se trovassimo sua figlia forse tornerebbe buono— suggerì Jack.

CAPITOLO XIII
Ti ho convinta

—Mamma, ascolta, voglio vivere a Roma— disse Giulia —no! Non ti voglio perdere di nuovo— rispose la mamma. —ma è casa mia! Casa mia!!—gridò Giulia — no! E non torneremo lì!— disse la mamma. A queste parole Giulia pianse.

La mamma ci pensò comunque per tutta la notte e alla fine si convinse. La mattina dopo diede a Giulia il permesso ma a patto che andasse sola. —Cosa? —disse stupita, Giulia —ma solo tu, è qui la mia vita ormai. Ma verrò a trovarti— concluse la madre.

Giulia arrivò a Roma con la valigia e si incontrò con Emma:— resto a vivere qui!— disse Giulia — siiiiiiiiii! — urlò Emma. Così organizzarono una festa con Lily, Jack e Sara. Alla fine della giornata andarono a letto con un bel sorriso sul viso — ti ho convinta mamma!— disse bisbigliano Giulia, prima di addormentarsi.

CAPITOLO XIV
Aiutiamo Lucy

Finalmente i cinque eroi potevano essere felci, ma Emma non lo era per via di ciò che Lucy aveva raccontato loro. Il demone aveva una bambina e sarebbe stato bello farli rincontrare.

—Emma! Emma! Che succede?— chiese Giulia —dobbiamo ritrovare la figlia di Lucy— rispose Emma. — Cosa?— chiese Giulia allarmata. Emma chiamò anche gli altri tre ragazzi che le raggiunsero. Al loro arrivo riferì la sua preoccupazione per Lucy, che voleva aiutare a tutti i costi:— ma perché vuoi fare?— chiese Sara — quando ero piccola come sapete, ho perso Giulia, so cosa vuol dire perdere qualcuno che si ama— spiegò Emma. Giulia piangeva. E così i ragazzi accettarono. —Ma dove iniziamo?— disse Jack —sarà impossibile— disse Sara — no, sarà difficile, ma non impossibile— concluse Emma. Sara arrabbiata disse:— Sì lo è. Andare all’inferno è stato abbastanza difficile, basta fare un rituale… ma come facciamo ad andare su. —Ma che ne so!— disse Giulia — uccidiamo qualcuno?— disse Emma — no! Ma sei fuori anche tu?— disse, molto arrabbiata Giulia. —So io come fare! Andiamo giù e poi cerchiamo di andare su— suggerì Lily — sì! — disse Emma.

E così nella miniera fecero nuovamente il rituale:— Lucy!— gridò Emma — che ci fate qui? Allora siete scemi!— disse Lucy — sì! Sì! Lo siamo.. ascolta, facci andare su— disse Emma. A Lucy sembrava un’idea assurda, ma si convinse e li spedì tutti e cinque fino in paradiso.

CAPITOLO XV
In paradiso

—Io vado, voi restate qui— disse Emma.

— Tu chi sei? Non mi sembri un’anima — disse il Signore —ohh, beh, sto cercando una bambina.. si chiama.. ehm.. — Non mettere mai più i piedi qui, che tutti i vivi tornino giù— ordinò il Signore. E bumm.. Emma aveva scordato di chiede a Lucy il nome della figlia e il suo aspetto. —Sei un’idiota! Prima mi fai sconfiggere un demone, poi dobbiamo salvarti dagli inferi e ora siamo caduti dal paradiso. E basta! Io ho chiuso— disse SR molto molto arrabbiata. Jack e Lily la seguirono. Emma era molto triste, perché sapeva che avevano ragione:— Giulia, ho messo in pericolo tutti. Giulia la abbracciò e disse sorridendo:— la troveremo noi due insieme! Così dovettero cercare di tornare da Lucy, ma senza riuscirci. —Oh no!— disse Giulia —che succede?— chiede Emma —per il portale servono cinque persone. A quel punto arrivano Jack, Sara e Lily che si scusarono e dissero di volerli aiutare. Arrivarono all’inferno: —Lucy! Lucy!— dicono i 5 eroi.. —Siete solo idioti, che ci fate qui?— disse Lucy disperato. —Troveremo tua figlia!— disse Emma. —Emma vai tu— dissero tutti —ok, com’è fatta la piccola?— ecco la foto— disse Lucy.

Emma tornò in paradiso: —sto cercando questa bimba — disse Emma a dio —sì, la conosco.. è la piccola Cleo— lei è in purgatorio da anni perché il padre l’ha costretta a fare peccati contro la sua volontà, perciò no so dove metterla. —Cosa?ok, porta il padre qui e anche la figlia— disse Emma. —Insolente! Sai chi hai di fronte— disse lui —sì, ho un dio con.. boh.. la barba— cercò di dire lei. —Non mettere più piede qui— rispose il Signore e schioccando le dita la rispedisce all’inferno.

Tornano tutti a casa e Emma, ferita parla con i ragazzi: —ragazzi non riesco.. la piccolo si chiama Cleo ed è in purgatorio da anni—tranquilla! Ora che vuoi fare?— chiese Jack.

CAPITOLO XVI
Non sei più sola

—Ciao Emma— disse Giulia — so che sei triste ma devi rialzarti, qui ci sono persone che ti amano: io, Sara, Jack, la tua mamma, Lily.. tutti!

—Sì, ma ho fallito—disse tristemente Emma —ora vai.

Giulia tornò dagli altri che erano in piscina, a casa di Emma, a bere limonata. —allora?— disse Sara —non vuole uscire dalla sua camera, non vuole mangiare— disse Giulia —forse è colpa mia— disse Sara —Cosa? Perché lo pensi?— disse Giulia — perché mi sono lamentata sempre per prima. Ok, ok, il passato è passato, mettiamoci al lavoro e prepariamo una festa per Emma— disse Jack —oh, sì sì ora— disse Giulia.

Così prepararono torte, pasticcini e tanti stuzzichini: —oh Emma!— disse Giulia, —sì— disse Emma —vieni in giardino. A quel punto Emma vede un cartellone con scritto “piscina party” e chiede cosa fosse: — Sei così triste, è ora che ti rilassi!— disse Giulia. Emma non riusciva a parlare ma i suoi amici insistevano. Così Emma si mise il costume, si rilassò e fecero festa ed Emma finalmente fece un grande sorriso e ringraziò.

CAPITOLO XVII
Ho un problema

—Uhhh, lo vedo è qui.. aiuto— disse Emma —Emma! Emma! Stai bene?—chiese Giulia quando erano le quattro del mattino. —è qui, lo vedo.. il mostro!— disse Emma indicando il muro —ok, ok, non c’è nulla.. ora dormi, domani ti porto da una psicologa— disse Giulia.

La mattina andarono dalla psicologa che chiese a Emma quale fosse il motivo della visita:—è che non ho mai trovato serenità da quel girono nella casa— spiegò Emma —quale casa?— chiese la dottoressa Lin — ora ti racconto. Emma raccontò tutta la vicenda ma la dottoressa sembrava incredula:—Emma.. dici di aver visto il diavolo, l’inferno e il paradiso, sembra incredibile la tua stori!

Giulia torna a prendere Emma per portarla a casa e le chiede com’è andata, ma l’amica ha ancora delle visioni e grida: — nooo! È quiii!— ora cosa posso fare?— pensò Giulia, così decise di andare dalla zia per convincerla a lasciarle andare via di casa per stare sole e la madre acconsentì.

Così le due ragazze presero un appartamento da sole. —oh, nessun demone, bello qui— disse Emma— quindi?ti piace— disse Giulia— si bello.

Giulia era molto preoccupata per la salute di sua cugina perché a settembre sarebbero dovute andare al college. Quella sera uscirono con i loro vecchi amici Sara, Lily e Jack a cena: —forse è stata posseduta da un demone— disse Jack —ma che dici?— dissero Lily e Sara — basta ora !—  disse Giulia, così prese Emma e la portò via di lì.

Gioia disse ad Emma:— tu mi hai aiutata a vivere, hai sconfitta quella casa, il demone è passato.. ora torna da me— Emma fa un sospiro e chiede cosa è successo. A quanto pare la pazzia era dovuta alla paura di rivivere quel momento.

CAPITOLO XVIII
C’è un modo

—Forse dobbiamo trovare il purgatorio— disse Emma—nooo!— risposero i tre ragazzi— un’altra missione suicida no— disse Sara —dai!!— insistevano Emma e Giulia —ahhh ok— si convinsero gli altri tre.

Così tornarono in paradiso cercando una via per il purgatorio, quando incontrarono una splendida bambina.. era proprio Cleo!

Ti porto da papà— disse Emma — ciao.. sono una piccola bambina, è tanto che sono qui, il mio nome è un mistero ormai— tu sei Cleo!— le disse Emma. Così si incamminarono e finalmente incontrarono Lucy e finalmente padre e figlia si abbracciarono, e i cinque ragazzi tornarono felici sulla terra e le due anime si trasformarono in due splendidi uccellini pronti a vivere una nuova vita. —Grazie— disse Cleo — ah… piccola mia— disse la mamma di Cleo. Inaspettatamente i ragazzi scoprirono che la mamma di Cleo era già diventata un uccellino prima di loro: ecco cosa era successo alla loro famiglia tanti tanti anni prima.

I tre abitavano in una villetta in America pieni di amore e gioia quando la madre della piccola, una notte, si sentì male e corsero in ospedale. Si scoprì che la madre era malata da molto e non c’era più niente da fare. Il padre iniziò a bere molto, si fece licenziare e si mise in molti guai, fino a quando una sera si mise al volante ubriaco con Cleo in auto e dopo un brutto incidente, la piccola perse la vita. Non avendo impedito al padre di competere i suoi errori fu mandata in purgatorio. Il padre conservò il ricordo della figlia lasciando la sua stanza intatta, così come Emma e Giulia l’avevano trovata e si tolse la vita. Lui finì all’inferno, ma la sua anima non lasciò mai la casa.

Oggi finalmente la famigli fu finalmente riunita. Grazie!— disse la mamma — ora possiamo volare via per sempre. Ma torneremo presto a trovarvi. I ragazzi finalmente liberi erano felici di andare al college, di diventar e poi e studiare la filosofia: dopo aver visto inferno, purgatorio e paradiso, sono convinti di essere già a buon punto.                                                                                  

Qualche anno dopo… tutti si laurearono, restarono per sempre amici e divennero psicologi e medici. Emma superò i suoi traumi.

 Aurora Foscarini 1A