Non era sufficiente la maleducazione

RISPETTIAMO CIÒ CHE CI CIRCONDA

E il vecchio diceva, guardando lontano:
“Immagina questo coperto di grano,
Immagina i frutti e immagina i fiori
E pensa alle voci e pensa ai colori

E in questa pianura, fin dove si perde,
Crescevano gli alberi e tutto era verde,
Cadeva la pioggia, segnavano i soli
Il ritmo dell’ uomo e delle stagioni”

Il bimbo ristette, lo sguardo era triste,
E gli occhi guardavano cose mai viste
E poi disse al vecchio con voce sognante:
“Mi piaccion le fiabe, raccontane altre”                            

(cit. Il vecchio ed il bambino – Francesco Guccini)

È un pezzo di una canzone, o ancor meglio di una poesia, come la definisce mio nonno, nato nei primi anni successivi alla fine della Seconda guerra mondiale, che mi cita spesso. Giuro che le prime volte non comprendevo il senso di quanto mi dicesse, ma oggi capisco il significato di quelle parole. Il tutto mi porta ad immaginare quello che noi, ragazzi nati nel XXI secolo, ed ancor meglio i nostri figli, potremmo trovarci di fronte se non interverrà un radicale intervento sul rispetto della natura. Sono anni che, sia in Italia che nel resto del mondo, si parla di ecologia e di rispetto dell’ambiente. Ogni tanto appaiono come d’incanto personaggi meritevoli di tutto il rispetto, ultima in ordine di tempo Greta Thunberg, la quale non ha fatto altro che ripetere e ricordarci quanto tanti altri ecologisti hanno affermato nel corso degli anni. A tal proposito vorrei ricordare un episodio alquanto significativo, ricordatomi sempre da mio nonno. In occasione di una sua spedizione himalayana, ebbe la disavventura di sostare ad un campo utilizzato l’anno precedente. Cosa c’era in quel campo? Di tutto, lattine di metallo, confezioni di medicinali, frammenti di tende e tanto altro. Materiale che avrebbe potuto essere facilmente trasportato a valle da coloro che avevano sostato lì. Scendiamo dai monti e diamo uno sguardo a quello che c’è intorno a noi.

Non era sufficiente la maleducazione, ci voleva anche questa emergenza sanitaria dovuta al Covid-19, per trovare ovunque mascherine di ogni forma e colore abbandonate per diventare quasi un arredamento delle nostre strade e delle nostre piazze. Cosa spinge il cittadino a liberarsi della mascherina e non solo, ma anche della bottiglia, sia essa di plastica o di vetro, del pacchetto di sigarette, delle cicche, del sacchetto dell’immondizia e chi più ne ha più ne metta? Senz’altro la maleducazione, ma dove ha origine quest’ultima? Dalla famiglia o dall’emulazione ? Indubbiamente la famiglia ha le sue colpe, non è tollerabile che un genitore non riesca ad imporre al figlio il rispetto per gli altri, a meno che lo stesso genitore abbia avuto una pessima educazione. Anche l’emulazione ha un ruolo significativo. In questo caso vige la regola del branco, nel quale qualsiasi cosa fatta dagli altri deve essere ripetuta. O per un motivo o per l’altro le persone dovrebbero riflettere profondamente sul modo in cui si comportano, poiché il degrado dell’ambiente è attribuibile solo e soltanto a noi.

 

Di Rebecca Delpippo