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Riapertura dei musei: il Museo Civico di Corfinio, un gioiello nascosto

Sono Francesco, abito a Corfinio e frequento la classe 5B della scuola primaria U. Postiglione di Raiano. Insieme ai nostri insegnanti programmiamo ogni anno varie uscite didattiche ma in questi due ultimi anni scolastici non è stato possibile muoverci liberamente a causa dell’emergenza covid.

Quando finalmente la situazione pandemica è migliorata e ci sono state le prime riaperture abbiamo potuto finalmente concludere il nostro percorso nella scuola primaria con qualche uscita.

Il 28 maggio, per completare il nostro viaggio nella storia dell’antica Roma, abbiamo contattato la proloco del comune di Corfinio e prenotato la visita al museo civico, al lapidarium e al sito archeologico.

Vi porto con me all’interno dell’antico borgo medievale di Corfinio dove, in un palazzo signorile della famiglia Trippitelli del XVII sec. , è ospitato il Museo Civico Archeologico “Antonio De Nino” di Corfinio. Il Museo, inaugurato nel 2005, raccoglie una ricca collezione di reperti frutto delle numerose campagne di scavi del XIX e XX secolo.

Il museo è dedicato alla memoria di Antonio De Nino, noto studioso dell’archeologia, della storia e dei costumi abruzzesi. Parte dei reperti esposti provengono dall’opera di questo studioso ricercatore che effettuò scavi a Corfinio negli ultimi decenni del XIX secolo e che, nel 1878, istituì qui il primo museo archeologico.

Il Museo Civico Archeologico di Corfinio è organizzato su due piani.

Al piano terra c’è lo “Studiolo” di De Nino e alcuni dei numerosi reperti da lui ritrovati, raccolti in un armadio-vetrina in legno intagliato.

Al primo piano si accede alle sale espositive, dove è documentata la storia della città dalla preistoria al medioevo attraverso i reperti rinvenuti nel corso dei secoli.

Sono esposte le testimonianze più antiche della città quali un’accetta in pietra verde databile al IV millennio a.C. (neolitico), vasellame, fibule, armi, gioielli, oggetti da toilette, pesi dell’età del ferro risalenti al X secolo a.C. ecc., che testimoniano la presenza di un antico insediamento con la rispettiva necropoli. Fra i vari reperti ha attirato la nostra attenzione un recipiente a forma di fiaschetta con beccuccio dipinto ritrovato in una tomba infantile, il che fa pensare ad un arcaico biberon.

Percorrendo le altre stanze siamo riusciti a immaginare la vita quotidiana dei nostri antenati di un’epoca così lontana osservando i reperti esposti nelle diverse vetrine.

Dal museo ci siamo spostati al LAPIDARIUM dove sono raccolte circa 250 epigrafi dell’antica Corfinium. La raccolta comprende epigrafi di natura funeraria ed onoraria ed è fondamentale per la ricostruzione della vita di Corfinium.

Il nostro viaggio nella storia della Corfinium romana si conclude a PIANO SAN GIACOMO DOMUS DEI MOSAICI. In questo sito abbiamo potuto osservare raffinati pavimenti a mosaico con inserti in marmo. In particolare l’ambiente centrale è arricchito da un disco di onice e da un mosaico rappresentante due uccellini su una coppa in mezzo a rami frondosi, probabilmente di edera o di vite. Il cortile era circondato su ogni lato da un portico, sostenuto da colonne di mattoni stuccate con polvere di marmo. Nella parte centrale dell’edificio si apriva il giardino con una bellissima vasca inizialmente colorata in azzurro egizio. Anche le terme, posizionate ad est dell’edificio, sono di epoca imperiale e furono abbandonate nel III secolo d.C. ; nella zona ovest del complesso si trovano le “tabernae” che conservano ancora i muri e il sistema di canalizzazione.

L’intero sito fu abbandonato nel IV secolo d. C.

L’associazione Proloco si sta organizzando per valorizzare questi gioielli della storia romana antica.

Nel nostro viaggio ci ha accompagnato il prof. Enzo Presutti che ha illustrato con ricchezza di particolari ogni sala, ogni vetrina e ambiente dell’antica Corfinium, prima capitale d’Italia.

Francesco Benedetto Di Placido, classe VB