L’arresto per mafia di Antonello Nicosia

Non è un codice, non è una divisa da indossare né la disciplina di un ordine: la legalità è un sentimento. Combina rispetto e timore, misura il grado di lealtà di una comunità”
Giovanni Falcone

Il 04/11/2019, con l’accusa di “associazione mafiosa” è stato arrestato Antonello Nicosia, 48 anni, membro del Comitato nazionale dei Radicali italiani e collaboratore della deputata di Italia Viva Pina Occhionero. Tra le varie accuse mosse dalla procura di Palermo c’è quella di aver recapitato fuori dal carcere dei messaggi provenienti da alcuni boss mafiosi con cui aveva parlato durante le visite insieme a Occhionero.

L’operato di Antonello Nicosia offende quel sentimento di legalità che è un modo di vivere, di pensare, di operare e per il quale molti uomini hanno lottato con coraggio, caparbietà e dedizione, sacrificando la loro stessa vita e denunciando con fermezza i sistemi corrotti; offende la memoria di uomini come il magistrato Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che hanno lottato tutta la vita fino alla morte per mano mafiosa per la legalità, perseguendo sempre ideali di giustizia, di libertà e di dignità umana.

In Italia, purtroppo, mafia e corruzione hanno invaso buona parte del tessuto sociale e ciò determina forme di omertà, di indifferenza, di soprusi e di oppressione dei più deboli: l’atteggiamento, come nel caso di Antonello Nicosia, è quello di cedere al perseguimento dei propri interessi personali soffocando ideali di correttezza morale, onestà, lealtà e rettitudine.

Allora, cedere alla logica dell’indifferenza e della sopraffazione significa rassegnarsi a vivere nel rispetto della legge mafiosa e non a quella dello Stato, significa abituarsi a vivere “nell’inferno”: Alessandro D’Avenia nel suo romanzo “Ciò che l’inferno non è” afferma che “l’inferno è non vedere più l’inferno”, e, quindi, l’inizio dell’inferno è chiudere gli occhi , voltarsi dall’altra parte e cedere all’omertà.

Con l’arresto di Antonello Nicosia si fa, però, anche spazio alla speranza che la giustizia non sia solo un’illusione ma un fatto importante che si oppone alla corruzione morale ed alla logica del profitto. Allora, se da un lato la vicenda di Antonello Nicosia rappresenta un ulteriore esempio di illegalità diffusa, dall’altro genera la speranza che giovani liberi e consapevoli che assistono a tali eventi, possano con tenacia e sacrificio costruire un futuro in cui la dignità umana non venga calpestata dalla prepotenza, dall’arroganza e dalla prevaricazione.

Riccardo Della Corte
Liceo Classico Giulio Cesare di Roma