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“SuperaMenti. Pratiche artistiche per un nuovo presente” è il nuovo ciclo di laboratori della Collezione Peggy Guggenheim

di Alessia Biafora, 3AL liceo scientifico Cartesio Cinisello Balsamo
 
Durante il periodo pandemico, non solo i giovani hanno sofferto le conseguenze delle restrizioni, in primis la mancanza di socialità. E’ il caso di parlare dei musei e dei luoghi di diffusione culturale che, a causa delle misure governative, hanno visto un rapido calo di visitatori fino alla loro chiusura per un tempo molto prolungato.
 
Quale futuro per i luoghi d’arte durante e dopo la pandemia?
E’ evidente che queste misure hanno comportato un crollo di alcuni settori della cultura e dell’arte: in particolare i musei, pubblici e privati, i quali si finanziano principalmente con la vendita di biglietti al pubblico.
 
All’emergenza Covid-19 i musei rispondono con tanti contenuti online e attività 
L’ esperienza del lockdown ha dato un significativo impulso alla presenza online dei musei e in parte ha dettato anche un cambiamento di marcia: il livello di attività online, infatti, è significativamente aumentato.
 
Ci si è subito adeguati tra musei virtuali, siti web ed attività digitali, per coinvolgere adulti, ragazzi e piccini.
Ed infatti, il livello di interesse degli italiani per le attività culturali online è aumentato, lo testimonia l’aumento degli utenti che seguono le pagine social dei musei: la crescita maggiore si è registrata su Instagram, seguito da Facebook e Twitter. 
 
COLLEZIONE PEGGY GUGGENHEIM
Come non citare “Peggy Guggenheim Collection”, museo di arte americana ed europea del XX secolo: tra sito web, attività e contenuti online, non solo se ne è avvalso per mantenere viva l’arte (poiché, come afferma la direttrice della collezione, “Un mondo senza arte è un mondo solitario e triste”);  principalmente, sfruttando le potenzialità del trasferimento delle attività sulle piattaforme online, si è posto l’obiettivo di trasmettere i valori dell’arte alle generazioni future ed in particolare alla cosiddetta generazione Z, ovvero i ragazzi e le ragazze tra i 16 e i 25 anni.
 
In una prospettiva di aperture limitate, inoltre,  ha deciso di “creare una nuova normalità attraverso l’arte”, organizzando quattro workshop che la Collezione Peggy Guggenheim, con la partecipazione di Swatch Art Peace Hotel, propone e dedica alla Generazione Z.
 
 
Questo è il titolo del ciclo di incontri dedicati alla riflessione sulla situazione odierna, con l’obiettivo di superare i limiti del distanziamento sociale attraverso processi creativi in vista di un nuovo normale.
 
“Centro in cui gli artisti siano benvenuti e possano collaborare alla creazione di un laboratorio di ricerca per nuove idee- si legge sul sito del museo- Ideato per aiutare due realtà che in questo periodo pandemico non se la passano affatto bene: l’arte appunto, grande dimenticata dei vari Dpcm, e i giovani, anche loro privati di tutta la socialità, tra Dad e altri divieti. I destinatari sono i cosiddetti young adult o generazione Z, che in presenza, o da remoto, hanno avuto e avranno l’occasione di incontrare e lavorare con artisti di tutto il mondo”.