E-SPORT e SPORT: tanto denaro, forse troppo?

Nel mondo dello sport e dell’e-sport girano grandi somme di denaro che possono indicare il prestigio di un’atleta, si parla di cifre esorbitanti, ma sono davvero cifre meritate?

Di Enrico Scandiuzzi

È chiaro ormai da molti anni che la sfera elitaria sportiva non è considerata solo come uno sport ma come un lavoro e che viene retribuito molto bene per vari motivi: il talento e la bravura ovviamente fanno parte di questi come ne fanno parte il prestigio della squadra o della società dove si gioca. Ci sono dei fattori che fanno sì che gli stipendi in certi sport siano estremamente elevati rispetto a quelli di lavoratori ordinari: la visibilità e l’enorme movimento di denaro che si trovano dietro a uno sport. Esempi conosciuti possono essere il calcio, il basket (soprattutto quello americano), il football e il baseball americani e gli sport motoristici ad alto livello.

I compensi degli atleti che praticano questi sport vanno dai 800’000/900’000$ come stipendio minimo di un giocatore di NBA ai 31 milioni a stagione nel calcio per citare il famoso Cristiano Ronaldo oppure ai 40 milioni annui per Lewis Hamilton con la Mercedes. Sono cifre molto elevate, un operaio italiano medio normalmente non raggiunge il guadagno totale di un milione in cinquant’anni di lavoro. Chiaramente il fattore della visibilità mediatica è estremamente incidente sul fattore economico degli sport meno seguiti, infatti gli stipendi della maggior parte degli atleti che praticano sport come lo sci, il nuoto, il ciclismo sono poco superiori a quegli di un medico o chirurgo primario per i migliori. Per non parlare di sport come l’atletica o lo sci dove la maggior parte degli atleti per mantenersi deve lavorare durante la giornata.

Spostandosi nel mondo degli e-sport si può notare un’abissale differenza per quanto riguarda i contratti e la sfera della squadra professionistica; partendo dal presupposto che un videogiocatore professionista, a differenza di  un’atleta, non si allena su una pista o su un campo ma dietro ad una console, il fattore di appartenenza a un team si fa sentire principalmente alle competizioni e ai tornei quindi non è necessario per un giocatore trasferirsi in un altro stato per seguire gli allenamenti; in più i tornei non si svolgono tutto l’anno quindi per guadagnarsi da vivere oltre allo stipendio del team o degli sponsor, che non sono è sufficienti, il gamer deve trovare dei secondi metodi per guadagnare. È qui che entrano in gioco le piattaforme di streaming, ossia piattaforme per trasmettere in diretta online quello che si sta facendo al proprio pubblico come Twitch o YouTube, il pubblico con gli abbonamenti e le visualizzazioni fa si che i cosiddetti streamer gamer vengano pagati dal proprio datore (le due piattaforme descritte prima) in base a quanta visibilità hanno salgono i guadagni, un po’ come nello sport reale. In questi casi però i soldi guadagnati derivano dalla copertura mediatica non dalla prestazione in un videogame, si potrebbero definire intrattenitori oltre che giocatori, i più pagati possono arrivare a guadagnare anche 1,5 milioni di dollari come Nickmers nel 2020. Per quanto riguarda i compensi dei tornei, in quelli minori (con premio in denaro) si possono guadagnare dai 500/1000$ ai anche 10’000$ a livello nazionale, i montepremi dei tornei europei per il primo classificato possono aggirarsi attorno ai 10/30’000$ fino ai 100’000$, come ci ha raccontato il nostro ospite ErCaccia98 (Raffaele Cacciapuoti) concludendo il torneo ECHAMPIONS LEAGUE 2021 al secondo posto ha vinto 50’000€ in montepremi. I tornei con i montepremi più elevati possono arrivare a mettere in palio anche 3 o 4 milioni di dollari per il primo classificato.

Sia i videogiocatori che gli atleti di alto livello guadagnano molto e in alcuni caso moltissimo, ma ci siamo mai chiesti se guadagnano troppo?  Ragionando bene su questo fatto si può arrivare a due conclusioni: sono guadagni adeguati perché sono i migliori giocatori e si meritano tutti quei soldi e alcuni ne meriterebbero di più; questa è il primo punto di vista. Il secondo, più critico, è che i guadagni dei giocatori siano davvero troppo alti e spropositati, dovrebbero uguagliarsi a quelli dei lavoratori normali e che non possano essere giustificati dalla bravura e dal prestigio ma siano dettati dall’enorme giro di denaro che coinvolge queste realtà. Questa opinione è quella realistica delle due, più una cosa ha visibilità più soldi andranno in quell’ambiente. Questo fenomeno crea un effetto collaterale, se tanto pubblico è concentrato su un evento solo viene sottratta visibilità a molte altre realtà ed è questo il motivo per cui solo alcuni sport abbiano questa situazione economica e che quelli poco conosciuti e meno seguiti non possano mai emergere.

 Forse i giocatori e gli atleti di alto livello guadagnano davvero troppo ma arrivati alla situazione in cui ci troviamo ora fare un passo indietro e pagare meno queste figure, che in alcuni particolari casi stanno diventando o sono già idoli e divi, è molto difficile ed è un business destinato a crescere sempre di più. Sta al lettore ovviamente farsi la propria opinione ma queste parole dovrebbero invitare a riflettere sulla realtà dei fatti e se davvero con tutto le problematiche presenti nel mondo è giusto usare tutti questi soldi e tutti quelli che verranno utilizzati e investiti in futuro per questo o per altro.