Il Pride 2021 a Bologna

Sabato 3 luglio, a Bologna, un’onda colorata e danzante si è riversata per le vie principali del centro, travolgendo la città e inondandola di bandiere arcobaleno, striscioni rosa, cori e musica. È il Bologna Pride 2021, manifestazione transfemminista e antifascista (come si è potuto sentire dai cori), forse ancora più simbolica perché festeggiata una volta finito giugno, generalmente scelto per le altre manifestazioni in quando #pridemonth.

Il tragitto ufficiale

Il percorso che le quasi 10mila persone della manifestazione hanno seguito, come annunciato dal profilo Facebook ufficiale del Bologna Pride, è iniziato con un concentramento a Villa Angeletti. In seguito il corteo da Villa Angeletti si è snodato per via de’ Carracci, via Fioravanti, via Tiarini, via Matteotti, via Indipendenza, via Irnerio, viale Filopanti, viale Ercolani, viale Carducci, per terminare poi ai Giardini Margherita, in cui si sono svolti vari interventi politici.

Chi era presente

La rilevanza che la manifestazione ha avuto è evidenziata, oltre che dalla notevole affluenza, anche dalla presenza di Jul’ Maroh, (Il blu è un colore caldo) e di Valeria Fonte, dott.ssa in Lettere, filologa e attivista, principalmente su Instagram. Proprio su quest’ultimo social, entramb* hanno mostrato la loro partecipazione ed espresso il loro entusiasmo per l’andamento del Pride.

A che punto siamo: quando l’attivismo digitale non basta

La manifestazione, quest’anno, è nata dall’intento di protestare contro le obiezioni poste dall’istituzione della Chiesa contro il DDL Zan, e contro il lungo percorso che pare che il decreto legge dovrà ancora affrontare per essere approvato. Proprio ieri, infatti, conseguentemente alla richiesta del presidente della commissione Giustizia Ostellari (Lega), la presidentessa del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati ha disposto la sospensione della seduta di discussione generale riguardo al DDL Zan. Elisabetta Casellati ha convocato in seguito la conferenza dei capigruppo, perché sia valutata la possibilità di rinviare il testo in commissione.

Proprio per questo motivo, quest’anno si ha una motivazione ancora più forte per far sentire la propria voce, e riappropriarsi di spazi spesso negati dall’opinione pubblica.

 

Di Emilia Todaro