Chi non salta è… altoatesino!

Cos’è successo ai tifosi altoatesini durante la finale di Euro21?

 

Chi ama la montagna sa c’è una meta perfetta per tutti i gusti, l’Alto Adige, dove la cortesia,  la compostezza e la leggendaria civiltà dei residenti germanofoni danno l’impressione di trovarsi nella Bassa Sassonia piuttosto che in Italia. Infatti l’imperturbabilità delle persone del luogo non fa sconti neanche alla vincente squadra degli azzurri: secondo il quotidiano Altoadige la maggior parte dei sudtirolesi, pur essendo storicamente e geograficamente legata all’Austria, tiferebbe addirittura la Germania e, nei campionati annuali, Bayern Monaco su tutti. Gli altoatesini di lingua italiana invece tifano Italia ma non sembrano molto affezionati al calcio ad eccezione di Arno Kompatscher, governatore della Provincia autonoma di Bolzano e della Regione autonoma del Trentino Alto-Adige, che sbandiera fieramente il suo tifo azzurro trascinando con sé ben 4000 bolzanini in Piazza Vittoria.

Dunque sembra proprio che in Sudtirolo la passione per il calcio non sia così sentita come nel resto d’Italia e questo si nota soprattutto dall’assenza di bandiere appese ai balconi e di gadget e dagli scarsi festeggiamenti post-europeo. Per esempio a Bressanone alle 16 del pomeriggio del 12 luglio, giorno successivo alla vittoria dell’Europeo 2020, gli edicolanti non avevano ancora finito le copie giornaliere della Gazzetta dello Sport che solitamente vanno a ruba subito dopo eventi di tale calibro perchè sono considerati un pezzo di storia (alcune di queste tirature acquistano molto valore col passare degli anni e vengono acquistate puramente più per lucro che per hobby).

La verità è che negli ultimi anni è nato un nuovo tipo di tifoseria, quella degli e-sports, competizioni videoludiche che contano 1,2 milioni di appassionati tifosi tra i 10 e i 40 anni, che seguono le gare dei loro player preferiti per una media di 4,8 ore al giorno. La piattaforma sulla quale, per eccellenza, gli streamer condividono le loro partite è Twitch, lanciata nel 2011 da Justin Kan e Emmett Shear e acquistata da Amazon nel 2014. La realtà dei ‘proplayer’ (giocatori professionali), scrive Ansa, “è un fenomeno globale che in Italia, però, registra – stando a quanto riferiscono gli esperti – un ritardo di almeno 10 anni rispetto a realtà ormai consolidate come gli Stati Uniti o la Germania, per restare in Europa.”

Dunque sembra che la tifoseria altoatesina si sia trasferita online e proprio per questo in Germania i giuristi si stanno ingegnando per regolamentare le dirette streaming e autorizzarle solo a chi ha delle “licenze di trasmissione”, simili a quelle che deve possedere una qualsiasi emittente televisiva o radiofonica. Da ciò è evidente che il fenomeno esportivo sia in continua espansione a tal punto che “per il 2021 è previsto un fatturato di 1 miliardo di euro- come afferma Giulio di Feo della Gazzetta dello Sport- perchè quello dell’e-sport è il settore industriale che ha il più alto tasso di crescita”.

Quindi tenete d’occhio i prossimi e-europei per scoprire che c’è molto di più oltre ai cori da stadio e alle sciarpe colorate! Anche se non siete amanti dei videogiochi vi stupirete piacevolmente dei metodi della tifoseria online e scoprirete modi inediti di provare quel brivido di gioia che cristallizza la passione in un vero e proprio sodalizio tra le persone anche laddove la rete sostituisce gli spalti.