Musei di Roma: nuove frontiere

di Giuseppe Girotti e Patrizio K. Mariani

I musei sono rimasti chiusi per mesi a causa della pandemia da COVID-19, ma hanno trovato delle soluzioni per permettere ai visitatori di poter continuare ad ammirare le opere d’arte. Infatti il lockdown ha dato una grande spinta alla digitalizzazione in ambito culturale: un sondaggio realizzato dal NEMO (Network of European Museum Organisations) ha rivelato che più del 60% dei musei di tutto il mondo ha aumentato la propria presenza su Internet. Anche il governo italiano ha compreso quanto la digitalizzazione possa essere utile in questo periodo storico: infatti, il 25% dei soldi ricevuti dall’Unione Europea attraverso il Recovery Fund (48,7 miliardi di euro) sarà investito in “digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura”. In questo articolo parleremo di come alcuni dei più importanti musei di Roma abbiano risposto alle difficoltà create dalla pandemia realizzando contenuti fruibili online.

Mercati di Traiano:

I mercati di Traiano sono un complesso di rovine situate presso il colle Quirinale. Hanno riaperto il 4° febbraio, con diverse mostre, nuove e passate. Sul loro sito, mercatiditraiano.it, durante la pandemia, si potevano trovare vari modi per visitare il museo, anche se non di persona. Per esempio, si può fare uso di un tour virtuale del museo, con dei video che espongono diverse parti del museo. In alternativa, i Mercati di Traiano, come molti altri musei, hanno deciso di collaborare con Google per offrire la possibilità di visitare il museo tramite Street View. Inoltre, è possibile anche assistere alle mostre attraverso video-conferenze.

Galleria Borghese:

“Se in questo momento non possiamo accogliere i visitatori, non vogliamo farvi dimenticare i capolavori che raccontano la storia del museo”. Queste sono le parole con cui la direttrice della Galleria Borghese, Francesca Cappelletti, ha annunciato che si sarebbero organizzati nuovi appuntamenti digitali. Sul sito della Galleria, galleriaborghese.beniculturali.it, si possono trovare principalmente contenuti in formato audiovisivo, suddivisi in raccolte: alcuni esempi possono essere “Splendore di Roma”, in cui viene narrata la storia della famiglia Borghese e della Galleria attraverso la voce di Luca Ward, “We are here for you”, in cui gli addetti ai lavori del museo (storici dell’arte, restauratori e funzionari) approfondiscono brevemente alcune opere, o “L’arte che consola. Le parole contemporanee della Galleria Borghese”, in cui figure del cinema italiano interpretano poesie o estratti letterari ispirati alla Galleria. Il 23 dicembre 2020 invece si è tenuto all’interno delle sale del museo un concerto di musica barocca, che il pubblico ha potuto seguire in streaming. Infine, è possibile visitare la Galleria virtualmente sul portale ItalyArt.

Musei Capitolini: 

I Musei Capitolini offrono diversi contenuti fruibili online: attraverso il sito museicapitolini.org, i visitatori possono, ad esempio, attraversare le sale del museo con un tour virtuale. Quest’esperienza può essere compiuta anche attraverso Street View, grazie al progetto Google Arts & Culture, che include anche la visione dell’“Annunciazione” di Garofalo (Benvenuto Tisi) in alta definizione, che permette di esaminare i dettagli dell’opera. Sempre sul sito, si trova la rubrica “Il Museo dei Musei”, che affronta la storia dei Musei Capitolini dalla loro nascita, ossia dal 1471, quando Papa Sisto IV donò alla città di Roma una collezione di bronzi, istituendo quindi il museo pubblico più antico al mondo. Infine, si può assistere a due mostre: la prima, “Il tempo di Caravaggio. Capolavori della collezione di Roberto Longhi”, è dedicata alla raccolta di opere di Caravaggio di Roberto Longhi, storico dell’arte e collezionista; la seconda invece, “I Marmi Torlonia. Collezionare Capolavori”, che contiene 90 dei 620 marmi appartenenti alla Collezione Torlonia, una delle più importanti collezioni private di sculture antiche.

Galleria Nazionale:

La Galleria Nazionale d’Arte Moderna nasce nel 1883, come tentativo di istituire un’unità culturale italiana, poco dopo l’unificazione dello stato. Oggi contiene circa 20.000 opere italiane e straniere, comprese tra il XIX e XXI secolo. Nonostante la chiusura del museo e la pandemia, rimangono delle possibilità per vedere le opere esposte nella Galleria. Nel sito dell’archivio digitale della Galleria Nazionale, opac.lagallerianazionale.com, è possibile visualizzare un gran numero di opere nella sezione dell’ “Archivio Fotografico”. Nella sezione “Archivio Bioiconografico” dello stesso sito, è possibile vedere un “documentario riguardante le mostre svolte in Italia dagli anni quaranta ai giorni nostri in strutture di carattere pubblico.”. Infine, chi desiderasse fare un tour della Galleria può usufruire di Google Arts & Culture per esplorare liberamente le varie sale ed opere del museo online.

Maxxi:

Abbiamo avuto l’opportunità di poter fare un’intervista, riportata qua sotto, alla signora Eleonora Colizzi, Senior Communication Specialist del MAXXI, per poter approfondire ancora di più la situazione dei musei romani durante la pandemia.


1. Come è stato colpito il MAXXI dalla pandemia?
Il MAXXI, noi tutti, eravamo sicuramente impreparati alla pandemia. Nel senso che il fare affidamento sulla presenza, all’interno di una realtà come quella di un museo, è qualcosa di imprescindibile. Dal mio punto di vista, quello della comunicazione, il fine è e sarà sempre creare dei contenuti che muovano le persone verso il Museo, verso un approfondimento dal vivo.

Ritrovarsi il Museo vuoto è stato spiazzante, un danno misurabile, ma che ci ha permesso di renderci conto di avere online un pubblico affezionato, interessato e partecipativo.

2. Cosa ha fatto il MAXXI per permettere al pubblico di vedere le opere esposte nel museo online?
Durante il lungo periodo di lockdown abbiamo concentrato i nostri sforzi sulla creazione di contenuti inediti di intrattenimento educativo – e anche interattivo – per incontrare online i nostri visitatori.

Abbiamo coinvolto la nostra community in un grande palinsesto fatto di architettura, arte, attualità, cinema, fotografia, invitando tutte e tutti a farci visita nel nostro “condominio del contemporaneo”: #iorestoacasa.

3. In che modo il MAXXI sta usando i social per avvicinarsi ad un pubblico più ampio, in particolare composto da giovani?
Il MAXXI è un laboratorio creativo, oltre a essere un museo. E quello che cerchiamo di fare col nostro lavoro è trasferire parte del fermento e dell’inventiva che si respira negli spazi museali online. Certo, è importante raccontare quello che accade, le mostre, gli eventi e i protagonisti, ma lo facciamo sempre con uno sguardo rivolto al contenuto che viene proposto e comunicato.

Il pubblico di oggi, soprattutto quello più giovane è estremamente smaliziato rispetto alla “comunicazione fine a sé stessa”, per interessarlo c’è bisogno di dargli qualcosa di concreto, tangibile e condivisibile, content is king.

4. Secondo lei, è importante che i musei, in questo periodo, creino contenuti digitali per arricchire l’esperienza del pubblico?
Oggi ci troviamo a cavallo tra il mondo pre e quello post-pandemia. Siamo aperti, siamo in giro, ma non ancora del tutto e forse non ancora pronti a tornare al mondo di prima. La pandemia ci ha e ci sta cambiando, ampliando i modi possibili di fruire della stessa cosa; possiamo scegliere, ma non sappiamo bene cosa, come e quando.

Credo che i musei, in questo senso, potrebbero lavorare molto e bene sul digitale, per permettere il continuo scambio di pensiero tanto off che online, attraverso i loro contenuti.

5. Questi contenuti digitali continueranno ad essere usati a seguito della fine della pandemia?
Assolutamente sì, il MAXXI è da sempre orientato alla comunicazione e creazione di contenuti digitali. Fa parte di noi e della nostra strategia, è uno strumento di cui il Museo si è sempre avvalso e di cui non può fare a meno.

Continueremo a seguire l’evoluzione delle tecnologie e dei linguaggi, muovendoci di pari passo; dopotutto, siamo il Museo delle arti del XXI secolo, impossibile non cercare una continua crescita ed evoluzione.

 6. Il MAXXI sta realizzando altri progetti nell’ambito della digitalizzazione che potremmo vedere nel futuro?
Nel prossimo futuro c’è una coppia di parole su cui stiamo lavorando: realtà e virtuale. Questa è un’area di nostro interesse che, negli ultimi anni, ha avuto una spinta e un incremento – a livello mondiale – davvero sbalorditivo e il Museo vuole sicuramente dire e dare ai visitatori la sua versione. Un’altra parola che ci piace è 3D, specialmente se si tratta di scansioni tridimensionali da sviluppare sulla Collezione MAXXI.

Non posso rivelarvi più di questo, almeno per ora, ma ne riparleremo presto al MAXXI. Ci vediamo al Museo!

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Come abbiamo potuto vedere, la pandemia ha avuto un grande impatto sui musei. Certamente ha aiutato ad accelerare il processo di digitalizzazione, che continuerà in futuro indipendentemente dalla pandemia. È comunque importante ricordare che, nonostante Internet ci permetta di restare in contatto con il mondo dell’arte in tempi in cui altrimenti non sarebbe possibile, sarà sempre un’esperienza insostituibile visitare i musei di persona.