LA CRISI CLIMATICA, OLTRE GLI ORSI POLARI

È da 50 anni che il mondo è a conoscenza del fatto che è in atto una crisi climatica, ma nonostante ciò molte persone continuano a ignorare il problema, perché d’altronde ‘cosa vuoi che siano due gradi in più?’ o a crederlo lontano da noi, tipo che ‘sarà un problema futuro e poi a chi importa se i ghiacci si sciolgono e gli orsi polari non hanno più una casa? ‘

Sicuramente per alcune persone questi argomenti avranno una certa rilevanza ma per molte altre non sono sufficienti a far scattare un campanello d’allarme.

Il problema è qui e ora!  

Poche settimane fa il Canada ha raggiunto le più alte temperature mai registrate (49.5°), questo ha provocato numerosi incendi e la morte di circa 700 persone.

Immaginate se la stessa cosa accadesse qua in Italia. Non si passerebbero più giornate fuori con gli amici, ma solo dentro casa con il condizionatore. Diminuirebbe la disponibilità di alcuni alimenti molto sensibili al cambiamento climatico come birra, vino, pesce, riso e caffè. Essendo l’Italia un paese “sempre più vecchio” aumenterebbe il tasso di mortalità. Ovviamente ne risentirebbero anche la fauna e flora locali e con il passare del tempo aumenterebbe anche il tasso di immigrazione, infatti, come c’è scritto nell’articolo de ilgiornaledelcibo, la referente dell’associazione Slow Food chiarisce che “milioni di persone migreranno da zone sempre più aride a zone più fertili: sono i “profughi climatici”, o i “rifugiati climatici”, cioè persone che lasciano le proprie terre per muoversi verso territori più ospitali, meno siccitosi e meno esposti agli estremi climatici (Ghimire et al., 2015). Per l’International Organization of Migration da 25 milioni a un miliardo di persone potrebbero essere spinte a migrare nei prossimi 40 anni”.  (contenuto integrale: https://www.ilgiornaledelcibo.it/food-for-change-intervista/)

Tutto ciò non colpirebbe solo il Belpaese ma tutto il mondo.

Durante l’intervista per il progetto Summer School di Diregiovani, Giovanni Mori di Fridays For Future Italia ha riferito che molte persone decidono di non agire perché “costa troppo”, ma studi scientifici ed economici hanno dimostrato che i danni economici dovuti alla crisi climatica saranno maggiori se non rispondiamo. 

Non si può più nascondere la testa sotto la sabbia. Le soluzioni a questo problema esistono già l’unica difficoltà è riuscire ad applicarle a livello globale. Sono molti gli attivisti, oltre a quelli di Fridays For Future che, utilizzando ogni mezzo disponibile e non facendosi fermare da niente e da nessuno, cercano di far aprire gli occhi alle persone e tentano di fare la differenza.

di Eva Cocchetto