Linguaggio inclusivo, è davvero irraggiungibile?

Il linguaggio inclusivo è davvero così lontano? Questa è la domanda che si sono poste due adolescenti di Roma. 
Il 12 luglio 2020, le giovani hanno lanciato un sondaggio con alcune domande a tema sul loro profilo Instagram, per scoprire quanto effettivamente i loro coetanei utilizzino un linguaggio inclusivo. 
Sondaggio da cui è emerso che circa il 35% degli utenti non crede di utilizzare una comunicazione inclusiva, intorno al 65% non conosce o non utilizza l’ ”*” o lo “Schwa” quando scrivono ad utenti di cui non conoscono l’identità di genere e più del 55% non utilizza il linguaggio appropriato, quando si tratta di una particolare categoria di persone. 

Alla domanda in cui si chiedeva loro se fosse giusto o meno inserire il neutro nella lingua italiana molti hanno risposto contrariati:

“No ognuno si può esprimere come vuole a mio parere”, “Se hai la quinta elementare hai diritto a esprimerti come puoi”, “Chi siamo noi per dire ciò che è giusto o sbagliato?”
Nonostante questo, molti hanno risposto a favore dell’introduzione del neutro “Si, perché oltre ad amplificare il vocabolario- c’è chi commenta- toglie ogni problema che riguarda l’utilizzo sbagliato di un maschile o femminile con una persona che non ci si riconosce”. 
Possiamo dunque dire che attualmente il linguaggio inclusivo sia lontano, ma non irraggiungibile.

Sara Serafini e Giada Cerci, ‘Marconi’ di Colleferro