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Primo Mattioli Caffè Scienza 2021 con l’ingegnere Alessandro Vizzarri

Foto di Alessia Della Gatta

Al via anche per l’estate 2021 i Mattioli Caffè Scienza, gli incontri di “degustazione scientifica” che da diversi anni si propongono di diffondere il piacere e la passione per la scienza, la ricerca, la divulgazione e non solo anche al di fuori dell’anno scolastico. Così come accade nel Festival della Scienza, anche nei Caffè Scienza c’è sempre un connubio tra scienza e arte, che dimostrano di essere costantemente interconnesse tra loro influenzandosi a vicenda.

L’edizione 2021 è stata aperta nella serata del 28 luglio dall’incontro dal titolo “La nuova Smart City tra umanesimo digitale e Società 5.0” con una novità nel format: quest’anno i Mattioli Caffè Scienza saranno Junior, condotti proprio dagli studenti del Polo Liceale Mattioli. Ad inaugurare la serata, l’ideatrice e organizzatrice dei Caffè Scienza, la professoressa Rosa Lo Sasso, che ha spiegato la scelta della nuova formula e ha ribadito la fondamentale importanza della multidisciplinarietà nel corso degli incontri. A seguire, i saluti della dirigente scolastica del Mattioli Maria Grazia Angelini, che ha sottolineato come la serie di incontri dei Caffè Scienza si inserisce all’interno del Piano Scuola Estate permettendo agli studenti non solo di ampliare le proprie conoscenze, ma anche di mettere in gioco le proprie competenze e aggiungerne di nuove.

Foto di Alessia Della Gatta

Il momento musicale è stato ad opera di due (ormai ex) studenti del Liceo Musicale Mattioli, Lorenza Carmen Battista e Giuseppe Fragasso, che hanno cantato in apertura e in chiusura alcune celebri canzoni del panorama italiano e internazionale, come Riptide, Vuoi volare con me?, Fai rumore e Perdere l’amore. Ma il canto non è stata l’unica disciplina artistica della serata. Infatti, il pubblico, all’ingresso dell’incantevole terrazza dei giardini di Palazzo d’Avalos, è stato accolto dalle suggestive opere pittoriche del professor Guerino Taresco, docente di contrabbasso al Liceo Musicale, in una mostra dal titolo “Stadera… alla perenne ricerca di precari equilibri” che sarà visibile anche nei prossimi appuntamenti.

Il relatore del primo incontro è stato l’ingegnere Alessandro Vizzarri, professore dell’Università di Roma Tor Vergata, che da diverse edizioni è ormai ospite fisso del Festival della Scienza. Intervistato dagli studenti Simone Di Minni, Filippo Mennea, Carola Monaco e Anelisse Stancila, l’ingegnere ha spiegato il concetto di smart city e di società 5.0, riportando esempi virtuosi da tutto il mondo. Molteplici sono stati gli spunti di riflessione e i temi trattati: dalle auto driverless alle nuove invenzioni nella medicina, passando per le possibili innovazioni nella pubblica amministrazione.

Foto di Alessia Della Gatta

Centro del dibattito è stato il rapporto tra uomo e macchina, tema che, come detto dall’ingegnere, non è solo scientifico, ma anche e soprattutto filosofico e sociologico. Vizzarri, infatti, ha raccontato come sia stato proprio lo studio della filosofia a scuola ad averlo appassionato ad alcune questioni scientifiche e tecnologiche. Secondo il professore, in una società 5.0 assisteremo a una progressiva digitalizzazione e automazione negli ambiti più disparati e già adesso, specialmente in Italia, ci sono professioni svolte da persone che potrebbero essere sostituite da macchine. Nonostante ciò, non c’è da preoccuparsi, almeno per adesso: se da una parte, nell’ambito tecnologico sarà richiesta una sempre maggiore specializzazione, soprattutto ai giovani, ci sono alcuni aspetti che non potranno mai essere sostituiti dai robot, primi fra tutti l’istinto e l’intuito umano e la creatività. E di creatività ce n’è davvero tanto bisogno nel mondo del lavoro: l’ingegnere ha riportato esempi di aziende che ricercano giovani anche appena maggiorenni per creare start up innovative. C’è sempre da considerare poi che per quanto l’intelligenza delle macchine possa essere centinaia di volte superiore a quella dell’uomo, sarà sempre l’uomo a doverle programmare.

Si è poi parlato di covid, e di come abbia inevitabilmente dato una spinta alla digitalizzazione, probabilmente destinata in alcuni casi a non regredire una volta che la pandemia sarà finita, e di scuola, sia per quanto riguarda la sfida affrontata con la dad, da cui però si può attingere da alcuni suoi aspetti anche per il ritorno in presenza, sia per la necessità di migliorare l’alfabetizzazione informatica in quanto anche professioni che sembrano avere poco a che fare con l’ambiente digitale ne saranno coinvolte in una società 5.0.

L’ingegnere Vizzarri ha raccontato come quest’incontro sia stato in realtà per lui il primo in cui non si è fermato all’ambito professionale, ma gli è sembrato opportuno, utile e doveroso ricordare il suo caro amico Giovanni Stivaletta, scomparso prematuramente lo scorso aprile. Vizzarri ha cantato e suonato con la chitarra Tears in Heaven di Eric Clapton, dedicandola al suo amico e ricordando tutti i momenti passati insieme da ragazzi. Erano presenti anche i genitori di Giovanni ed è stato commovente l’omaggio floreale alla mamma. L’ingegnere, rivolgendosi poi al pubblico al termine della serata, ha ribadito, riallacciandosi al tema dell’incontro, come è sì importante l’avanzamento tecnologico, ma niente potrà mai sostituire valori da sempre fondanti e fondamentali per l’uomo come l’amicizia e i rapporti umani.

Simone Di Minni

L’evento è stato trasmesso in diretta sul canale youtube del Polo Liceale Mattioli. Qui per rivederlo: https://www.youtube.com/watch?v=7PqOr7u1cC8&t=1351s