Bebe Vio: campionessa in pedana e nella vita

Beatrice Vio, meglio nota come Bebe Vio, è una delle atlete più famose tra i paralimpici italiani, ed è una schermitrice specializzata nel fioretto.

Nasce a Venezia il 4 marzo 1997, ma cresce a Mogliano Veneto, dove inizia a praticare la scherma, nella Scherma Mogliano A.S.D., già all’età di 5 anni.

 

Nel 2008 accade l’inaspettato: viene colpita da una meningite di tipo B fulminante che, causando un’estesa infezione, la porta alla necessaria amputazione di avambracci e gambe dopo una necrosi. A seguito di una lunga degenza, Bebe torna a casa e si riprende la sua vita cominciando a tirare di scherma anche a livello agonistico, arrivando a vincere il suo primo oro agli europei del 2014.

 

Il resto è storia: da quel momento l’atleta non si ferma più e vince numerose competizioni, arrivando a vantare, a soli 24 anni, ben 16 medaglie olimpiche, per lo più auree, senza contare le onorificenze.

 

Nonostante il suo palmares sia tempestato di successi sportivi, quello che più conta è il suo impegno proficuo nella campagna per la vaccinazione contro la meningite e nella lotta alla normalizzazione della sua situazione, mostrandosi sempre e solo per quella che è: una giovane donna con un passato complesso da cui non si è mai fatta scoraggiare, puntando sempre ad un futuro luminoso, proprio come quello che le si prospetta davanti.

 

E’ stimata dagli adulti, come dimostrano i vari interventi pubblici come rappresentante della nostra nazione, ma ancor di più è amata e mitizzata dai più giovani: non tutti posseggono la forza per superare situazioni critiche.

 

Ad inizio 2021, a pochi mesi dalla partenza per Tokyo, alla campionessa era stata diagnosticata una nuova infezione, che rischiava di farle perdere tutto. “Non mi è rimasto molto da tagliare” aveva commentato, ma non si è arresa neanche per un istante, e a chi le diceva che non ce l’avrebbe fatta a partire, lei rispondeva: “Se è impossibile, allora si può fare!”. E l’ha fatto. È tornata a casa con l’oro al collo.

 

Sarebbe però sbagliato credere che sia sempre stata così forte e positiva: anche lei a volte ha pensato di arrendersi. Racconta di quando una volta urlò contro il padre di volersi suicidare, appena dopo l’amputazione, ma è il papà a ricordarle sempre che “la vita è una figata”.

 

Per i suoi messaggi positivi, per la sua tenacia e determinazione, oltre che per i suoi successi passati e, di certo futuri, è impossibile non pensarla come una vera e propria campionessa di vita.

Raffaella Pelliccia