Tra scienza ed etica

Fino a quanto siamo disposti ad accettare dei cambiamenti radicali in favore della scienza? A cosa siamo disposti a rinunciare? 

Il progresso in ambito scientifico-tecnologico ha completamente stravolto la vita di tutti noi, apportando progressivamente dei cambiamenti che facilitassero la nostra quotidianità. Diverse personalità hanno progressivamente fatto la loro comparsa nel panorama scientifico-tecnologico a partire da geni del calibro di Galilei, dei veri e propri pionieri in questo campo, fino a giungere alle menti eccelse più recenti, primo fra tutti Elon Musk. 

Negli ultimi anni abbiamo assistito a scoperte ed invenzioni che ci hanno fatto percepire un vero e proprio passo avanti nello sviluppo partendo proprio da alcuni progetti del sopracitato imprenditore miliardario, il quale è sicuramente un visionario. Dopo l’enorme successo della Tesla, infatti, Musk ha alzato l’asticella qualitativa e innovativa dei suoi progetti presentando Tesla Bot, un vero e proprio robot umanoide in grado di svolgere tutte le azioni meccaniche e ripetitive. Un vero prodigio dell’intelligenza artificiale che rende sempre più tangibile un futuro fantascientifico. 

Ha inoltre annunciato lo sviluppo di un microchip da impiantare nel cervello umano che sarebbe in grado di creare una “simbiosi con l’intelligenza artificiale”. Già sperimentato su alcuni animali, entro la fine dell’anno dovrebbe avere inizio anche la sperimentazione sugli esseri umani in modo da poterne verificare le effettive potenzialità. Una realtà che non si discosta poi molto da serie tv come Black Mirror.  

“Il futuro sarà strano” 

Questo è ciò che Musk ha affermato ed è ciò che, molto probabilmente, diverse persone avranno pensato vedendo i vari mondi immaginari di serie tv e film fantascientifici sempre più tangibili, ma le previsioni future non riguardano solo l’arrivo di robot bensì anche diverse innovazioni in vari ambiti come quello alimentare. 

Di recente infatti sono stati condotti degli studi che hanno portato alla creazione di una nuova alternativa ecologica e sostenibile per sostituire la carne. La cosiddetta “carne pulita”, coltivata in laboratorio e derivante da cellule animali prelevate senza macellazione di bestiame, è la nuova soluzione già entrata in commercio che ha riscosso diversi pareri contrastanti. Molti infatti non sono ancora disposti ad accettare un consumo di carne sintetizzata e questo ha portato poi ad un vero dilemma di tipo filosofico: piuttosto che cercare dei sostituti alla carne, non ci si dovrebbe piuttosto concentrare sul cambiamento del nostro rapporto con la stessa? 

Questo come tanti altri quesiti non fanno che riportarci alla domanda da cui siamo partiti. Siamo sempre stati abituati a vedere l’avanzamento tecnologico come un qualcosa di benefico senza mai però doverci effettivamente adeguare a delle nuove abitudini e, ora che invece sta accadendo proprio questo, molti non sembrano più così intenzionati a supportare il progresso scientifico come avevano fatto in passato. Questo atteggiamento proviene, inaspettatamente, soprattutto dalla più giovane generazione che sembra diffidare molto dei vari cambiamenti che stanno subentrando progressivamente nelle loro vite come ad esempio il consumo di “carne coltivata”. La generazione che più dovrebbe avere gli occhi volti al futuro sembra, in un certo qual modo, rimasta ancorata ad alcune tradizioni che sono ben poco assimilabili a delle scelte ecosostenibili e moderne. D’altronde è intrinseco nell’animo umano la diffidenza nei confronti di tutto ciò che è diverso ed innovativo e ben pochi sono in grado di metter da parte i loro pregiudizi e affidarsi completamente alla scienza senza remore. 

E voi, quanto siete disposti ad accettare questi nuovi cambiamenti e a lasciarvi alle spalle tutte le obsolete abitudini con cui siete cresciuti? 

                                                                                                                                                                    Stefania Capuano