Ponti dovremmo erigere, non muri

“Porgere la mano al naufrago, indicare la via a chi l’ha smarrita, dividere il pane con chi ha fame. Questo si chiede a noi, perché uomini, perché fratelli, perché nati gli uni per gli altri: solidali come pietre che in una volta si sorreggono l’una con l’altra”.

Questo scriveva Seneca, nelle Epistulae morales ad Lucilium, nel I secolo d.C., in un’epoca in cui il rispetto per il forestiero era sacro, il più alto dei valori civili.

Nell’Odissea, il naufrago Ulisse viene trattato con grande riguardo, nell’isola dei Feaci;  Enea, sopravvissuto al naufragio proprio nel mar Mediterraneo, viene accolto con le massime onorificenze a Cartagine. 

Eppure, dopo due millenni, ci troviamo di fronte a situazioni sconvolgenti e allarmanti, che minano la stessa tutela dei diritti inalienabili dell’uomo, primo tra tutti quello alla vita. L’afflusso continuo e incontrollato di migranti in tutta Europa è ormai da anni un problema irrisolto che viene trattato in modo controverso: i cosiddetti “buonisti”, parlano di corridoi umanitari e soluzioni frutto di dialogo e mediazione, i “realisti” invece alzano muri e spianano fucili, anche se con il dolore nel cuore. Sul piano politico, c’è chi vorrebbe favorire l’integrazione, con aiuti e sostegni economici, ma c’è anche chi si mostra diffidente e teme per la sicurezza e l’economia del proprio Paese.

Ben 12 stati europei si sono mostrati a favore dell’erezione di muri, trincee a difesa dei loro Stati, e hanno fatto richiesta di fondi al Consiglio d’Europa. L’Italia, nonostante le posizioni di chiusura della destra, si è detta contraria ad un tale abominio.

Il giorno 22 ottobre ha avuto luogo una discussione accesa tra 27 leader, al Consiglio europeo di Bruxelles, sulle immigrazioni. La Presidente, Ursula Von Der Layen, ha assicurato che non ci saranno finanziamenti da parte dell’Europa per alcun tipo di barriera, nonostante la promessa di un controllo efficace e tempestivo delle frontiere. Da parte nostra, il Presidente della Camera, Roberto Fico, ha espresso il suo parere, deprecando l’idea della costruzione di muri e proponendo una strategia condivisa che possa definire soluzioni di comune accordo con i Paesi di origine e di transito, per gestire i flussi in modo ordinato.

Tante sono le effettive difficoltà nella gestione dei migranti, che sbarcano a migliaia ormai da anni sulle nostre coste, negarle sarebbe da miopi, ma siamo davvero disposti a girarci dall’altra parte e lasciare affondare i barconi?

I muri non sono altro che la proiezione fisica dei nostri muri mentali, diceva lo scrittore Camilleri, “tenendo lontano gli altri, finiremo solo per imprigionare noi stessi”, rinchiudendo i nostri cervelli dentro un muro eretto per difenderci, dimostriamo ancora una volta l’incapacità di saper pensare un futuro diverso.

Ponti dovremmo erigere, non muri.

 

Emanuele Notturno