LE DONNE NELLA SCIENZA A PARTIRE DAL FILM “AGORA”

La storia delle donne nell’ambito della scienza, come anche nell’ambito civile, è caratterizzata da emarginazione fino alla fine dell’Ottocento e in alcuni paesi fino alla prima metà del Novecento.

Malgrado le difficoltà incontrate, non sono poche le scienziate che hanno portato importanti contributi allo sviluppo della scienza, tra le quali la scienziata Ipazia, protagonista del film Agorà, esemplificativo dell’importanza delle donne nella scienza.

Le vicende narrate nel film Agora si svolgono a partire dal 391 ad Alessandria d’Egitto, dove i violenti scontri religiosi tra cristiani e pagani erano sempre più frequenti. Tra i personaggi che prendono parte alle vicende spicca fin da subito Ipazia, ragazza pagana che decise di non partecipare a questi scontri in quanto essa predicava la tolleranza e si dedicava agli studi di matematica, filosofia, astronomia nonché all’insegnamento di queste stesse materie. Inizio col dire che le donne hanno contribuito in maniera molto significativa allo sviluppo scientifico e che la loro presenza è sempre più rilevante nelle ricerche e nelle scoperte scientifiche. Purtroppo esse dovettero affrontare molte barriere e superare molti ostacoli affinché potessero abolire i pregiudizi nei loro confronti per quanto riguarda la loro importanza nell’attività scientifica. Come possiamo ben capire dal film Agora le donne non erano ritenute all’altezza e spesso venivano accusate di stregoneria. Ne è un esempio la storia della già citata Ipazia che, facendo riferimento allo scienziato Aristarco, immaginò che fosse la Terra a girare intorno al Sole e non viceversa, come spiegava il modello tolemaico. Di fatto essa riuscì ad anticipare di molti secoli il pensiero di Niccolò Copernico e di Galilei. Ipazia, inoltre, ipotizzò che la Terra si muovesse su un’orbita ellittica, anticipando di oltre milleduecento anni una delle leggi di Keplero. Su Ipazia iniziarono a gravare molte accuse di empietà e stregoneria che la misero contro non solo ai cristiani ma anche ai pagani e che in poco tempo la condussero alla morte. Per Ipazia, l’unico modo per salvarsi era quello di battezzarsi e di diventare cristiana ma essa rifiutò di farlo, affermando che non avrebbe mai creduto in qualcosa che contrastasse la filosofia. La scienziata venne dunque sequestrata da un gruppo di parabolani e uccisa da Davo, che con il suo consenso la soffoca per evitarle una morte più dolorosa. Mentre esalava il suo ultimo respiro Ipazia ebbe una visione della cupola del tempio deformata in un’ellisse, comprese la veridicità delle sue ipotesi e morì. Questa scienziata rappresenta una donna che dedicò la sua vita allo studio e all’attività scientifica e che pur di non rinnegare le sue ipotesi e le sue convinzioni andò incontro alla morte.

Per molto tempo quello della scienza, e del sapere in generale, è stato un mondo di soli uomini. Eppure, nonostante mille difficoltà, le restrizioni e i meriti riconosciuti solo tardivamente, sono tante le donne che hanno contribuito al progresso dell’umanità. Possiamo, infatti, fare il nome di Marie Curie, due volte premio Nobel, i cui studi sulla radioattività costituirono la base di tutti quelli successivi; di Rita Levi Montalcini, che dedicò la sua vita allo studio del cervello e che fu vincitrice del premio Nobel per la medicina nel 1986 per aver scoperto e identificato l’NGF; importante fu anche la figura di Maria Montessori, filosofa, medico e scienziata italiana, che diede un grande contributo al mondo dell’educazione e della pedagogia elaborando il metodo che ancora oggi porta il suo nome. Molto importante fu anche Margherita Hack, che lavorò tutta la sua vita nel campo dell’astrofisica e che fu nota soprattutto per i suoi studi sugli spettri stellari.

Giulia Ciamei e Lisa Trinito IVD