I misteri di Tutankhamon

Oggi vogliamo parlarvi di alcuni dei tanti segreti che la tomba di Tutankhamon, il faraone bambino, custodisce da millenni. Quello che compiremo è un viaggio che ci conduce nella prima metà del ‘900, al momento della famosa scoperta dell’archeologo Howard Carter. Nel novembre del 1922, il team di Carter scorse nella sabbia quello che sarebbe potuto essere l’inizio di una scalinata. La scala giungeva a una porta con ancora intatti i sigilli della necropoli, segno che non era mai stata violata. A partire da quel momento, ognuno offrì il proprio contributo per arrivare fino in fondo ad una delle più importanti scoperte compiute nella Valle dei Re. All’apertura della porta affiorarono tutte le magnificenze del corredo, inclusi i vasi canopi (urne funerarie tipiche dell’Egitto)  e il sarcofago.

Fin da subito emersero molte anomalie che Carter iniziò ad annotare insieme alla catalogazione di tutti i reperti del corredo. Nel febbraio del 1924 venne inoltre aperto il sarcofago che rivelò all’interno la mummia intatta del faraone bambino con il volto coperto da una maschera d’oro massiccio riproducente le sembianze del defunto.

Carter morì nel 1939, a Kensington, in quella Londra che in parte gli aveva negato gli onori della sua memorabile scoperta, e non gli aveva concesso di incontrare i membri della famiglia reale per presentare loro i risultati degli scavi in Egitto. Questa sua “sfortuna” dopo l’apertura della tomba, fu da molti attribuita alla fantomatica maledizione che, secondo i più superstiziosi, avrebbe investito tutti quelli che erano in qualche modo coinvolti nella “profanazione” del sarcofago del giovane faraone.

Dalla morte di Carter fino ad oggi, sono state compiute delle indagini per rispondere ad alcuni particolari insoliti: la stanza piccola, il copricapo, le macchioline sul muro, le condizioni di ritrovamento della mummia.  Attraverso studi approfonditi sono stati ricostruiti i fatti. 

Secondo la storia ufficiale, Tutankhamon sarebbe morto in battaglia a soli 18 anni. Il potere sarebbe poi passato ad Ay, il visir suo successore al trono, la persona più vicina a Tutankhamon. Il faraone venne dunque velocemente sepolto nella tomba del visir, un luogo privo di spessore, in uno spazio piuttosto ridotto.

Ai pochi dipinti che adornavano le pareti non venne lasciato il giusto tempo di asciugare. Ciò provocò la presenza di umidità che diede vita a migliaia di piccole macchie sui dipinti stessi. La medesima cosa avvenne con il corpo. La mummia, nel momento del ritrovamento, si trovava in un pessimo stato di conservazione con ossa putrefatte e quasi carbonizzate.

Questo a causa degli unguenti, in particolare dell’olio di lino che non era stato assorbito dalla pelle. La semplice combinazione tra bendaggio e ossigeno aveva fatto sì che la temperatura accrescesse e quindi il corpo venisse sottoposto all’autocombustione. Affumicato lentamente in una bara chiusa. Vi è stata anche una certa fretta di tumularlo, che ha reso impossibile preparare in tempo un corredo funerario. Gli oggetti vennero presi in prestito e questo spiega, ad esempio, il copricapo e la mummia tagliata all’altezza dei piedi affinché entrasse nel sarcofago.

Di questo possiamo averne la certezza a causa delle saldature interne che si intravedono; lo provano anche i buchi alle orecchie (segno che il sarcofago era stato progettato per una donna) e i diversi materiali utilizzati: vetro azzurro per il copricapo, lapislazzuli per i dettagli del volto.

Alla fine della storia, l’imponente tomba destinata a Tutankhamon venne utilizzata per la sepoltura di Ay, un uomo diventato Re per avidità di potere e ricchezza. Tutto ciò è rimasto sommerso per secoli. Un antico mistero nascosto da granelli di sabbia. Chissà, sarà stato tutto svelato o ci sono ancora enigmi che incombono nell’ombra?

Giulia Tiranno