Lo spirito critico

Lo scorso 4 Novembre 2021, alcuni studenti della classe 3 B hanno tenuto un dibattito sul “pensiero critico” formando due squadre, una pro e una contro.

LA SQUADRA PRO

La squadra pro ha sostenuto con fermezza la presenza di un forte spirito critico tra gli individui. Il pensiero critico è il processo intellettualmente disciplinato di concettualizzare e valutare abilmente le informazioni raccolte e generate dall’osservazione, dall’esperienza, dalla riflessione e dal ragionamento. Avere un pensiero critico non significa solo andare alla ricerca di errori, ma significa giudicare ciò che è apprezzabile e ciò che non lo è nei testi che leggiamo e nei pensieri che ascoltiamo. Si può quindi affermare che il pensiero critico è utile all’essere umano per intrattenere delle relazioni bilanciate, fare scelte consapevoli, immergersi in usi e costumi diversi dai propri e saper distinguere le notizie vere da quelle manipolate.

Tutti siamo dotati di pensiero critico e questo emerge fin  dall’infanzia, quando la curiosità induce a porre domande e a cercare risposte. Un esempio riportato è quello di una bimba che porge una domanda ad un perfetto sconosciuto.

La domanda riguarda un accessorio che lo sconosciuto sta sistemando nel suo zaino. “Come mai possiedi un oggetto da femmina?” – chiede la bimba – e lo sconosciuto spiega con gentilezza che non esistono oggetti da maschi o da femmine e che chiunque può indossare qualcosa che piace, senza farsi problemi sul giudizio degli altri. La bimba alla fine fa intuire che è perfettamente d’accordo con lui. Questo dimostra come da bambini si è già in possesso di capacità critiche; giocano, ovviamente, un ruolo dominante i condizionamenti dei genitori e della società in cui si vive.

Il pensiero critico si può affievolire, data l’influenza dei social;  può venir meno quello sforzo di cercare risposte, ci si può adagiare seguendo un pensiero già stabilito e condiviso. Ma proprio perché oggi usufruiamo di più fonti di informazione , dovremmo essere ancora più in grado di pensare in modo chiaro e razionale, essere delle persone consapevoli e responsabili, in grado di fare scelte per noi e per gli altri.

A conclusione dell’esposizione della squadra pro, l’ ultimo speaker ha evidenziato esperienze riguardanti la sua quotidianità. Ha sottolineato che, abitualmente, nella classe ci sono persone che entrano in contrasto tra loro per delle idee non condivise. Questa cosa può risultare positiva poiché rappresenta e dimostra che ognuno è diverso, che ognuno ha una personalità divergente, che analizza la realtà in maniera autonoma, ragionando con la propria testa.

LA SQUADRA CONTRO

La squadra contro, evidenzia invece la presenza di un pensiero unico, cioè l’assenza di differenziazione nell’ambito delle concezioni e delle idee in ambito sociale, politico e soprattutto economico. Infatti, la “globalizzazione”, ha assunto sempre più un’azione modellante e disgregante delle abitudini e della cultura dei popoli, attraverso una crescente omologazione dei costumi e delle abitudini dei cittadini. Omologazione che ha annientato le identità nazionali e che ha come scopo quello di annichilire il pensiero critico e trasformare il cittadino in mero consumatore bulimico ed inconsapevole. Emerge il consumatore globale, un consumatore che annulla ogni capacità di pensare altrimenti, di offrire uno sguardo critico del presente ed uno slancio trasformativo per il futuro.

La squadra si è focalizzata, inoltre, sull’influenza che i social media hanno nella nostra società. L’esempio portato è quello di Lamberto Maffei , un medico e ricercatore italiano che ha sostenuto come i social media abbiano ormai annientato lo spirito critico. Diffondendo messaggi uguali a moltitudini di persone, il cervello di queste è invaso da un’enorme quantità di informazioni e arriva a trovarsi in una situazione di disagio, finché gli stessi messaggi, ripetuti continuamente, diventano inevitabilmente parte del pensiero. La motivazione principale è che la ricezione di queste informazioni lampo, che ci arrivano spesso sotto forma di slogan o titoli ad effetto, non ci permette di riflettere così come dovremmo.

Nel suo scritto, Elogio della parola del 2018, Maffei si è occupato del linguaggio, una delle caratteristiche più peculiari e salienti dell’essere umano, sottolineandone la rilevanza per la civiltà umana nonché i pericoli che corre in un mondo sempre più virtuale che reale. 

La società che si è sviluppata in questi anni può rozzamente essere definita “ottusa”, poiché è regolata dalla teologia del mercato e dall’intelligenza collettiva generata dalla rete. Noi esseri umani, guidati dalla crescita di mercato e dal progresso, abbiamo accontentato il nostro pensiero critico.

Vi è poi Paolo Ercolani, insegnante di filosofia che, in diversi articoli, parla della diffusione di notizie che seguono la regola della velocità e della superficialità. Molto spesso ci capita di leggere di sfuggita sulla home page di Google solo il titolo di determinate notizie. Questo perché, specialmente noi ragazzi, abituati ad informazioni lampo, non siamo interessati ad approfondire specifici temi.

Un ulteriore esempio è quello dello psicologo Daniel Kahneman che, nel suo studio sulle illusioni cognitive, ha dimostrato come le persone, fornite di informazioni valide e di qualità, non sono in grado di elaborarle correttamente. Quindi, le persone accettano acriticamente informazioni che confermano le loro convinzioni e rifiutano quelle contrarie, e l’informazione maggiormente accettata è quella più facile da memorizzare.

LA CONCLUSIONE

Il dibattito è stato un momento costruttivo, utile ed innovativo per noi alunni. Ci ha permesso di apprendere e mettere in atto una nuova forma di confronto e di apprezzarne tutti i suoi aspetti!

di Giorgia Smargiassi