Plautilla Bricci “l’architettrice”

Parlando di architettura, alludiamo spesso a figure maschili. Eppure, nel 1600, si distinse Plautilla Bricci, l’architettrice. Donna dalle meravigliose potenzialità che riuscì a sviluppare le sue doti in un piccolo studio all’interno di casa, dove i suoi progetti prendevano vita. La sua bravura era così strabiliante che non riuscì a passare inosservata. Le fu d’aiuto suo padre, Giovanni Briccio, abile ed eclettico artista. Egli la educò all’arte e la introdusse nell’ Accademia di San Luca, un’associazione di artisti di Roma, dove le donne erano le benvenute. Plautilla frequentò poi anche l’atelier del Cavalier d’Arpino, amico del padre.

Uno dei suoi primi dipinti fu la “Madonna con Bambino”, dipinta per la chiesa dei carmelitani di Monte Santo a Roma, e associata a un avvenimento miracoloso: dopo aver terminato il piccolo Gesù e il busto della Vergine, Plautilla non riusciva a lavorare sul volto della Madonna, poiché troppo stanca. Andò quindi a riposare e al suo risveglio trovò l’opera completata per mano divina. Fu così grande lo stupore e l’incredulità che la famiglia decise di donare alla nuova chiesa del Carmine l’immagine.

L’appellativo di architettrice le venne inevitabilmente conseguito grazie alle due sue opere della cultura barocca romana: la Cappella di San Luigi nella chiesa di San Luigi dei Francesi e Villa Benedetta, sfarzosa dimora poco fuori porta San Pancrazio sul Gianicolo.

Solitamente oggi ci si reca nella chiesa di San Luigi per visitare la cappella Contarelli dipinta da Caravaggio, trascurando la maestosità della cappella di San Luigi realizzata da Plautilla e “rinomata pel valore nell’arte della pittura e architettura”, come citò Filippo Baldinucci alla fine del 600.

 

Nella cappella dedicata a San Luigi IX nella chiesa della nazione francese a Roma, l’uso di trionfo di marmi policromi, stucchi dorati, bianchi e colorati, alludono inevitabilmente alla cultura barocca romana.

Il re santo troneggia in primo piano, sollevando lo scettro e reggendo la Croce; alle sue spalle si affollano soldati che sventolano la bandiera della corona francese e quella dei crociati. Nella parte superiore, angeli e cherubini offrono la palma del martirio al Princeps Clarissimus et Magnus, il difensore della fede all’epoca dei crociati e novello protettore dell’ortodossia cattolica contro l’avanzata protestante-calvinista.

Per molti parve strana la scelta di affidare ad una donna un lavoro così simbolico per il popolo francese, ma tutto ebbe senso quando si scoprì che fu per volere di una delle sostenitrici più assidue della creatività femminile: Anna d’Austria.

Il Cavaliere d’Arpino ispirò poi la stessa Plautilla nella realizzazione della Nascita della Vergine, una monumentale pala dipinta per la chiesa del Monastero Benedettino di Santa Maria in Campo Marzio.

Ebbe un’ulteriore occasione di dimostrare la sua abilità grazie alla progettazione della Villa di Elpidio Benedetti. Al fine di marcare che il progetto fosse di sue mani, insieme alla posa della prima pietra della villa, venne fatta incidere su una lastra murata :JANI TEMPLO PROPTER BELLUM INTER QUIRITES ET GALLO  RESERATO  ELPIDIUS ABBAS DE BENEDICTIS ROMANUS  IN GALLIS DEGENS DOMUM IN URBIS JANICULO QUIETI EXTRUXIT PLAUTILLA BRICCIA ARCHITECTURA ET PICTURA CELEBRIS PRIMUM LAPIDEM POSUIT ANNO SALUTIS MDCLXIII”.

Fu talmente impeccabile il suo lavoro che la villa fu definita “edificata a similitudine di un vascello sopra uno scoglio

Nel Giubileo del 1675, la Compagnia della Misericordia di Poggio Mirteto commissionò a Plautilla lo stendardo processionale: una tela dipinta sui due lati, con la Nascita e il Martirio di San Giovanni Battista. Nella Collegiata riprodusse una raffinatissima decorazione in stucco bianco e dorato, con storie dell’Antico e del Nuovo Testamento: un’esplosione di caratteri barocchi, nubi, angeli ed eleganti silhouettes.

Dopo la sua morte, il 13 dicembre 1705, il Libro dei Morti la annotò come “Plautilla Signora Romana”.

Il successo di Plautilla Bricci si può comprendere tenendo in considerazione le mutate condizioni economiche del tempo, nonché la nascita e lo sviluppo di una nuova forma di famiglia. La storia delle donne infatti è da collegare ad un fittissimo intreccio tra le nuove idee politiche, economiche e religiose, insieme alle relazioni tra i sessi all’interno delle famiglie.

Plautilla ne è un esempio. Seppe muoversi tra la protezione del padre e il sostegno dei suoi committenti; non si sposò e non ebbe figli; visse del suo lavoro e per il suo lavoro; il guadagno, frutto di numerosi sacrifici, la resero libera e indipendente. 

Plautilla Bricci ebbe la fortuna di essere affiancata da altre valorose donne:  Artemisia Gentileschi, Virginia da Vezzo, Anna Maria Vaiani, Maddalena Corvina, Giovanna Garzoni.

 

Lucrezia Stampone