Erik il guerriero

 

Erik osservava incredulo i guerrieri della sua tribù esercitarsi nel lancio dei coltelli e nell’uso della spada. Era avvezzo a studiare gli addestramenti dei soldati barbari e desiderava fin da piccolo diventare come loro, mettersi alla prova e portare onore alla sua tribù. Finalmente aveva raggiunto l’età minima per partecipare al reclutamento ma tutte le persone intorno a lui erano convinte che non avesse molte possibilità. Erik infatti aveva l’aspetto di un undicenne ed era un ragazzo scarno e gracile, nonostante si fosse allenato per anni con suo padre e fosse migliorato anche dopo la sua morte. Solo lui credeva nel valore di Erik e aveva continuato ad incoraggiarlo anche nel letto di morte, mentre vaneggiava con lo sguardo abbacinato

Col tempo Erik era diventato un guerriero provetto: era veloce, agile, astuto e abile nella strategia, ma per niente forte o muscoloso. Erik sapeva che tutti lo consideravano un combattente pedestre ma al reclutamento avrebbe avuto un’occasione per dimostrare le sue vere abilità. Si recò subito al campo di arruolamento ma si pentì all’istante di essere lì appena scorse la figura possente di Ralph e il codazzo dei suoi tirapiedi. Ralph aveva la stessa età di Erik ma presentava già una barba intonsa e un corpo simile a quello di un combattente esperto. Era arrivato da poco in quella tribù ma si era già guadagnato l’attenzione di tutti. Egli amava millantare le sue prodezze esagerandole fino all’inverosimile e gongolava mentre spiegava in modo ampolloso e fuorviante alcune strategie di guerra che conosceva a malapena ad altri ragazzi più giovani. Inoltre manipolava i suoi compagni e li soggiogava in modo che questi lo idolatrassero. Erik era esacerbato dal suo comportamento. Per lui era un supplizio vedere Ralph pieno di attenzioni, in mezzo a un crocchio di ragazzi che tediava con i suoi discorsi arzigogolati. Ma la cosa che lo lasciava più perplesso era che anche gli anziani, basandosi solo sul suo aspetto, lo consideravano il più valoroso giovane della tribù, il futuro condottiero in grado di ovviare al tracollo del clan. Certo Ralph era forte e poderoso ma anche materialone e indisponente.

L’arrivo di Ralph al campo di reclutamento fu seguito da quello del capo istruttore che cominciò a spiegare in modo farraginoso le regole delle prove per il reclutamento. Questo osservò tutti gli aspiranti soldati lanciando qualche sguardo compiaciuto ai muscoli possenti di Ralph. Erik provò a fare una domanda ma gli venne data una risposta secca e laconica. Adesso era davvero inquieto e sentiva la gola occlusa mentre l’istruttore si dilungava in una lezione particolarmente prolissa su tutte le tecniche di battaglia necessarie nell’esercito. Alla fine Erik non passò neanche una prova dato che richiedevano tutte una forza e una resistenza che lui non possedeva. Così tornò a casa accorato e desolato mentre Ralph si fermò a desinare insieme al capo istruttore e agli altri anziani della tribù, contento di essere stato nominato comandante della nuova armata. Quella sera stessa il capo tribù indisse una riunione con tutti i condottieri con i quali decise, dopo una lunga diatriba, di espugnare un vicino accampamento di soldati nemici. Il giorno dopo ogni guerriero offrì un anatema alle divinità, secondo le tradizioni ancestrali, affinché queste li proteggessero durante la battaglia. Erik assistette alla cerimonia con grande costernazione osservando i guerrieri che invocavano gli spiriti ineffabili dei morti. Ma proprio in quel momento notò Ralph che sgattaiolava via dalla folla, con un’espressione capziosa in viso. Erik diffidente decise di seguirlo mentre questo si addentrava nel bosco. Improvvisamente Ralph si arrestò ed emise un richiamo simile a quello dell’upupa. Poco dopo da un cespuglio sbucò un uomo robusto e minaccioso che portava sul collo un marchio diverso da quello della tribù di Erik. Ralph gli consegnò una lettera con su scritto quello che definì un “rapporto completo sulla strategia nemica”.

Erik rimase basito, aveva di fronte una spia di una tribù rivale. Doveva avvertire qualcuno ma sapeva che nessuno gli avrebbe creduto senza prove. Seguì quindi nel bosco l’alleato di Ralph e aspettò paziente che calasse la notte e che il nemico si accampasse. Sgattaiolò quindi nella sua tenda mentre il barbaro giaceva sopito in un letto improvvisato. Erik prese la lettera ma proprio mentre stava per uscire inciampò su una spada e cadde a terra con un grande tonfo. Il guerriero nemico balzò in piedi e impugnò la sua arma. Erik non si fece prendere dal panico e raccolse la spada su cui era inciampato, puntandola verso l’avversario. Lo scontro tra i due fu molto aspro. L’alleato di Ralph era più forte e deciso nei colpi, ma Erik era più agile e scansava gli affondi del rivale con grande vigore. Alla fine, il nemico cadde a terra tramortito, Erik lo legò e lo portò davanti alla tribù insieme alla lettera. Così svelò la verità su Ralph e si guadagnò gli onori che spettano ai grandi guerrieri, indipendentemente dal loro aspetto o dalle loro qualità.

Elisa Caramagno 2QL