Il 7 novembre il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani si è espresso così nel noto talk show “Mezz’ora in più” nei confronti di Greta e dell’ambiguità del “bla bla bla”: “La protesta serve a tenere gli animi vivi, e probabilmente senza quella protesta non ci sarebbe neanche stata tanta attenzione al cambiamento climatico, ma la protesta deve diventare una proposta, altrimenti diventa anch’essa parte del problema”.
Il ministro afferma che molti stanno lavorando sulla transizione ecologica ma ci sono delle regole e la democrazia stabilisce chi sono i rappresentanti. I rappresentanti dei vari Paesi stanno operando per tentare di conciliare la sostenibilità sociale con la sostenibilità ambientale. Inoltre, bisogna creare un rapporto di fiducia con i giovani, rapporto che ci porterà, con la collaborazione di tutti, al 2050.
Cingolani durante l’intervista ha sostenuto: “Bisogna essere estremamente onesti con i cittadini: stiamo facendo un cambiamento epocale e l’Italia e l’Europa hanno una funzione di guida per il resto del mondo: bisogna passare da un modello di sviluppo a spese del pianeta, a uno sviluppo per il pianeta. Non si può andare troppo lenti, perché sappiamo quando sia urgente la necessità di ridurre le emissioni, e non c’è più tempo da perdere per il cambiamento climatico. Ma nello stesso tempo se si va troppo veloci rischiamo di mettere per strada milioni di famiglie, perché cambiano i modelli di manifattura, di produzione e di mobilità.”
Bisogna trovare quella “sincronizzazione” che consenta di fare questo cambiamento nei tempi più rapidi possibili, ma che sia sostenibile soprattutto per le classi più vulnerabili. Il vero errore fatto sino a ora è stato quello di parlare di cambiamento climatico senza accorgersi che il cambiamento climatico e le diseguaglianze globali sono strettamente legati, bisogna dunque fare le due cose insieme.
William Palmer
Greta Soria