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La fauna è a rischio: l’impegno quotidiano di chi offre un servizio alla biodiversità

di Maryanne Saracco, 1D

Sono tante le minacce che mettono a repentaglio la sopravvivenza della fauna selvatica: l’inquinamento, la deforestazione, i cambiamenti climatici, ma anche la scarsa attenzione e il poco rispetto da parte dell’uomo nei confronti delle varie specie animali, ogni anno sterminati in percentuali sempre più elevate, e dei loro ecosistemi. 

Fortunatamente esistono numerosi enti che si occupano di soccorrere e curare gli animali e si battono per sensibilizzare l’opinione pubblica su questo argomento. Un esempio è il CRAS, Centro Recupero Animali Selvatici, dell’ENPA, Ente Protezione Animali, che a Genova ha sede a Campomorone. Questa associazione, che coinvolge numerosi giovani volontari, si impegna ogni giorno a salvare e proteggere le specie a rischio. Davide Rufino, uno dei tanti volontari che offrono il loro aiuto all’interno di questo centro, ha spiegato in cosa consiste il suo lavoro. 

Quello che facciamo noi volontari non è per nulla semplice: io e i miei colleghi svolgiamo, ogni giorno, una serie di attività molto importanti. La prima è sicuramente quella di salvare gli animali selvatici, infatti, ogni giorno, arrivano moltissime chiamate da parte di persone che trovano nei boschi animali feriti, o in difficoltà, e il nostro compito è appunto quello di andare a prenderli e portarli nel nostro centro. A quel punto li curiamo e provvediamo ai loro bisogni ed è forse questa la parte più complicata del nostro lavoro: riuscire a somministrare ai vari animali tutte le cure prescritte dai veterinari è impegnativo, poiché molti esemplari arrivano nel nostro centro in situazioni critiche, quindi hanno bisogno di una particolare attenzione e questo talvolta può comportare anche di doverli assistere tutta la notte. Infine, l’ultima cosa che facciamo è reinserirli in natura una volta guariti e in condizioni migliori, e questa è la parte del lavoro che ci dà più soddisfazione, perché per noi è un successo vedere un animale guarito, e ormai sano, ritornare nel proprio habitat. 

Oltre a questo, Davide Rufino ha voluto spiegare perché fa volontariato

Già da bambino avevo la passione per gli animali, in particolare quelli selvatici mi hanno da sempre affascinato. Leggevo e studiavo le enciclopedie sulla natura e seguivo tutti i documentari in televisione,  ma sentivo il bisogno di fare qualcosa di concreto così ho cominciato a collaborare con questo centro dove ho avuto la possibilità di osservare e conoscere gli animali da vicino e anche di aiutarli. Così mi rendo utile e, al tempo stesso, riesco a fare ciò che mi rende felice.

Un grande amore, quello per gli animali e per l’ambiente, che potrebbe un giorno diventare anche una professione per Davide.

Penso proprio che seguirò questa strada nella vita, dopo gli studi in Scienze naturali continuerò a occuparmi della fauna selvatica come zoologo, non in laboratorio, ma nei boschi, in mezzo alla natura, perché è solo lì che gli animali stanno davvero bene. E anche io.