di Alessandro Pastore, 1B
Partecipazione, condivisione e integrazione. Sono i principi ispiratori dell’attività svolta dal Ce.Sto , associazione no profit , con sede a Genova ai Giardini Luzzati. Ne parliamo attraverso un’intervista a Marco Montoli, presidente del Ce.Sto.
Come e quando è nata questa associazione?
“Il Ce.Sto è nato 50 anni fa con il principale obiettivo di aiutare a integrare le persone provenienti dal sud Italia”.
Qual è il significato del nome che ha l’associazione?
“Ce.Sto ha un doppio significato: il primo sta per Centro storico , il secondo significato riguarda la sua caratteristica di contenitore di idee , persone e iniziative”.
Qual è il principale obiettivo del Ce.Sto?
“La nostra associazione è impegnata nel raggiungimento di molti obiettivi: il principale è quello di aiutare i migranti a integrarsi, rendendoli a tutti gli effetti nuovi cittadini. Un altro obiettivo è quello di rendere più bello possibile il Sestiere del Molo, che poi è la zona dove noi lavoriamo. Sempre nel Centro storico noi ci occupiamo di movida, cercando di renderla piacevole per i ragazzi che la frequentano e vivibile per i residenti”.
Quali sono le età delle persone che operano nel Ce.Sto?
“Nell’associazione l’età media è di trent’anni, sono presenti ragazzi di 16 anni , ma anche persone di 70 anni. Nel Ce.Sto lavorano sia volontari, sia persone che vengono retribuite”.
La vostra associazione è particolarmente sensibile ai giovani?
“Sicuramente sì. Abbiamo l’obiettivo di rendere protagonisti i giovani e di farli collaborare con le altre generazioni”.
Come avete gestito il Covid-19?
“Abbiamo cercato di espanderci attraverso i social network, e poi abbiamo ideato il progetto “Good morning Genova” , una piazza virtuale con sede ai Giardini Luzzati che in un momento così complesso cerca di essere solidale per tutti e vicino a chi soffre maggiormente”.
Da quanto tempo gestite i Giardini Luzzati?
“Dieci anni fa è arrivata una proposta di gestione e abbiamo accettato: ai Giardini Luzzati organizziamo spesso incontri, ma abbiamo anche molti altri luoghi dove siamo impegnati per l’integrazione sociale, come la scuola d’Italiano e gli alloggi per bambini”.
La vostra associazione ha in mente in futuro di collaborare con altri soggetti come voi?
“Certamente, noi già quotidianamente collaboriamo con altre associazioni e in futuro vorremmo creare una rete con l’intento di aiutare il maggior numero possibile di persone”.
