di Matilde Tesini , 1B
Intervista a Bruno Scaltriti, presidente della Comunità di Sant’Egidio.
La comunità di Sant’Egidio nasce a Roma per iniziativa di Andrea Riccardi, il fondatore, che comincia a riunire un gruppo di liceali per ascoltare e mettere in pratica il Vangelo. La loro esperienza si concentra in attività a favore dei poveri, in particolare i bambini e gli anziani. Dalla seconda metà degli anni ’70 la comunità si diffonde in altre città italiane e poi in Europa, Africa, America, Asia. La comunità di Sant’ Egidio ha dato vita a numerose opere di sostegno ai poveri, tra queste vi sono mense per i poveri, centri nutrizionali per minori.
La comunità si impegna a dare una casa a chi non ce l’ha, inoltre gestisce case famiglia per bambini e anziani.
Ce ne parla Bruno Scaltriti, responsabile della Comunità di Sant’Egidio di Parma.
Quando hai iniziato a svolgere attività di volontariato ?
“Ho iniziato all’età di diciassette anni, grazie alla “scuola della pace” .
Ero in quarta liceo e mi è stato proposto di incontrare alcuni bambini di famiglie povere nel Cinghio , il quartiere più periferico della città di Parma . Tuttavia superato il “Limes”, che significa il confine, ho trovato tanta gioia nei visi di quei bambini , che mi ha contagiato.
Perciò ho continuato a seguire questa mia ” vocazione”, iniziando ad aiutare anche anziani e persone senza dimora”.
Cosa spinge una persona a diventare volontario?
“La consapevolezza che c’è molta più gioia nel dare che nel ricevere .
Infatti la parte motivazionale è fondamentale, in quanto l’ impegno non si affievolisce con il passare del tempo.”
Quali attività svolgi all’interno della comunità di Sant’Egidio?
“Sono responsabile di qualsiasi attività che abbia a che fare con la comunità , ma in particolare mi dedico ai senza dimora presenti in stazione. Ho molto a cuore questa attività , perché è un modo per non far sentire sole queste persone, che sono meno fortunate di noi.”
Vuoi fare un appello ai giovani ?
“Pensate a voi stessi, aiutando gli altri. Infatti le più grandi malattie di questo secolo sono l ‘individualismo e la solitudine e un rimedio efficace ad entrambe è proprio il volontariato”.