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Il progetto Sunrise: salvare ragazze costrette alla prostituzione e alla tratta.

Intervista a Don Valentino Porcile

di Tommaso Agostini, 1B

Don Valentino Porcile, parroco di Sturla, sacerdote dal 1991, ora cinquantacinquenne, è  responsabile di diversi progetti di attivismo e volontariato, tra cui “Rete genitore bambino e Sunrise”.  Il progetto si occupa di salvare ragazze costrette alla prostituzione e soggette a tratta. La rete nasce nel 2001 e solo dal 2008 diventa effettivamente un “progetto” : prima si trattava di una serie di interventi senza un piano specifico a monte. L’annessione a Sunrise avviene a partire dal 2013.

“Qual è stato il primo intervento del progetto?”

“Il nostro primo intervento iniziò nel 2001, in seguito alle chiamate di due ragazze quattordicenni obbligate a prostituirsi. Quando le abbiamo trovate, erano in via della Maddalena, nel centro storico di Genova. Come sempre, quando incontriamo delle ragazze, diamo loro il numero nazionale contro la tratta e le aiutiamo con l’intervento di assistenti sociali.

A quel punto iniziamo il nostro progetto di reintroduzione. Il primo passo è un percorso sanitario in cui  le ragazze si possono appoggiare al sistema sanitario, accertandosi di non avere malattie e con un controllo della loro salute in generale. Per seconda inizia l’assistenza scolastica, per permettere alle ragazze di imparare l’Italiano, dato che provengono principalmente dal centro Africa o dall’Europa dell’est. Per terzo inizia il progetto per l’assistenza lavorativa, che permette loro di reintrodursi nella società attraverso l’apprendimento di un mestiere.

“Dove vengono ospitate le persone da voi aiutate ?”

“Durante e dopo il percorso di reintroduzione, le persone che aiutiamo vengono ospitate in un alloggio protetto. Gli alloggi sono in totale due. Un altro è ora in costruzione e i lavori termineranno nel 2022. La loro localizzazione però per ragioni di sicurezza deve rimanere segreta. Gli alloggi sono gestiti dai responsabili del progetto, tra cui vi sono io stesso. I responsabili sono sei e per gli stessi motivi non posso dirti il loro nome.”

“Quanti anni hanno le ragazze che aiutate?”

“Aiutiamo ragazze di tutte le età , anche se per la maggior parte sono maggiorenni. Ma, come è capitato nel caso delle due ragazze di via della Maddalena, ci sono talora anche minorenni. Succede anche che queste giovani donne abbiano dei figli e in quel caso naturalmente si trasferiranno negli alloggi con le madri. L’esempio più recente è quello di una ragazza che quando ha ricevuto il nostro aiuto stava aspettando un bambino.”

“Quali caratteristiche devono avere i volontari?”

“Nella storia del progetto abbiamo avuto solo un volontario maschio. E anche tra i responsabili io sono l’unico uomo. Questo perché le ragazze preferiscono una figura femminile al loro fianco. Le nostre volontarie sono tutte maggiorenni con un’età per la maggior parte compresa tra i venticinque ed i trent’anni e hanno diversi ruoli. Per esempio supponi che domani una nuova ragazza contatti i responsabili e chieda cosa può fare. Può magari impegnarsi come insegnante oppure aiutare le altre ragazze nelle sette comunità della rete.”

“Qual è la storia del progetto?”

“Nasce nel 2001, quando abbiamo aiutato le due ragazze in via della Maddalena. Inizialmente doveva durare solo sei mesi poi però decidemmo – visto il “successo” ottenuto – di continuare. Ora sono circa vent’anni che il progetto prosegue. 

“Quali sono i passaggi da fare per collaborare al progetto?”

“Per entrare a far parte del progetto bisogna in primis contattare uno dei sei responsabili. Per mettersi in contatto si può inviare una e-mail o contattarci anche dal sito.

https://www.retegenitorebambino.it/contatti/.