Sparatorie nelle scuole americane, 138 nell’ultimo anno

Nel 2021 sono state 138 le sparatorie verificatesi nelle scuole o nelle università, con 28 uccisioni e 80 feriti

Le sparatorie nelle scuole sono un fenomeno triste e, purtroppo, molto frequente. Sono passati vent’anni dal massacro della Columbine High School di Littleton, in Colorado, quando 12 studenti e un’insegnante furono uccisi, ma nelle scuole americane le sparatorie non sono finite. All’epoca, il massacro durò 20 minuti ed è passata alla storia come sparatoria avvenuta in una scuola con il maggior numero di vittime.

Secondo un’analisi del Washington Post, dal massacro di Columbine nel 1999, più di 200.000 studenti hanno sperimentato personalmente sparatorie nelle loro scuole. Negli ultimi 20 anni ci sono stati più di 200 incidenti e più di
150 vittime. In America, questi massacri sono il risultato dell’inazione sociale. L’assassino non solo ha l’opportunità di agire, ma ha anche i mezzi necessari per farlo. Non si tratta solo di discutere se le armi debbano essere vietate, regolamentate o non utilizzate. È anche importante capire che cosa spinge i giovani a ricorrere ad armi offensive per sfogare la loro rabbia o i loro problemi. Il massacro della Columbine High School ha messo in luce una realtà violenta che non era emersa così chiaramente fino ad allora. Ha anche portato all’adozione di nuove misure di sicurezza nelle scuole, alla creazione di simulazioni per imparare ad agire e rispondere in situazioni pericolose e all’intervento dei Servizi Segreti nella gestione di tali massacri e delle loro cause profonde. Secondo un senatore repubblicano, la soluzione alla sparatoria era semplice: armare i bravi ragazzi e tenere lontani i ragazzi problematici dai compagni che vogliono far loro del male. In effetti, dare armi ai cosiddetti “bravi ragazzi” non fa che alimentare il ciclo della violenza e dimostra che il ricorso alle armi è il modo migliore per risolvere i conflitti.

Federica Avella, I C