BULLISMO: SINONIMO DI DOLORE E SOFFERENZA

‘Quei denti dovresti farli sistemare’

‘Ma ti senti quando parli?’

‘Perché mangi così tanto?’

‘Dovresti dimagrire, quei jeans iniziano a starti stretti’

‘Cattiveria’, ecco come la definivo, solo crescendo ho capito che non si trattava solo di questo, ma di vero e proprio bullismo. Sentivo questa parola al telegiornale, a volte, affiancandola a cose molto più gravi di quelle che mi accadevano, magari era in forma lieve, ma per colpa di quei commenti non c’è un singolo giorno della mia vita in cui credo di essere abbastanza. Dentro di me nacque una sorta di insicurezza, prima non ci facevo caso, poi iniziò a tormentarmi, giorno e notte, misi l’apparecchio, cominciai a parlare meno, sempre insicura di quello che avrei voluto dire, e, pensandoci adesso da ragazza più grande e matura ho capito di averla data vinta solo a loro.

Il bullismo non ha giustificazioni, non si può provare a capire, ma credo che le motivazioni che spingano il bullo ad essere tale siano molteplici.

Non tutti hanno una famiglia felice, non tutti hanno dove andare a piangere quando succede qualcosa, non tutti si riuniscono a tavola per pranzo o cena e soprattutto non tutti i genitori trattano i propri figli come meriterebbero: bambini che vengono picchiati da piccoli, genitori che tornano a casa ubriachi per qualcosa andato male sul posto di lavoro.

Tutto ciò crea paura, un senso di voler essere più forti di ciò che si è, di dimostrare agli altri di essere superiore, sminuendo quindi chi si ha davanti, non pensando alle conseguenze anche gravi che può avere questo comportamento su chi subisce.

Altri, invece, bullizzano solo per il piacere di vedere come si reagisce.  Avendo visto ciò con i miei occhi posso dire che non capirò mai perché esiste tanta cattiveria nel mondo.

Non credo che le medie siano state un periodo felice per nessuno e nemmeno per me, mi giunse all’orecchio la notizia di un ragazzo preso in giro perché faceva danza e per questo continuamente trattato male; riuscii a stringere  con lui un bel rapporto di amicizia, cominciammo a diventare amici e poi migliori amici, lo aiutai a parlarne e ad uscire da questa brutta situazione denunciandola a chi di dovere.

 A questo punto una domanda mi sorge spontanea: il problema è fare qualcosa di diverso e quindi esserlo?  E’ proprio la diversità a rendere le persone uniche, è proprio questo che ci dà la possibilità di distinguerci dalla massa, so di non essere l’unica a crederlo, ma so anche che mettendoci tutta la mia forza di volontà non riuscirò mai a convincere il mondo che diverso è sinonimo di libertà di espressione.

Con l’importanza che i social media sono riusciti ad acquisire negli anni si è sviluppato il cyberbullismo. E’ facile fare del male alle persone avendole davanti, ma lo è ancora di più farlo dietro uno schermo, magari con un’altra identità, sapendo che in qualsiasi caso si è protetti e non si corre il rischio di subire conseguenze.

Il bullismo e il cyberbullismo sono fattori che certamente influiscono nel cambiamento del carattere di una persona. Grazie alla sensibilizzazione su questo argomento oggi la maggior parte di ragazzi che subiscono bullismo riescono a parlarne con la propria famiglia e trovare insieme una soluzione.

Se potessi parlerei con la Greta delle elementari e delle medie – conosco tutto di lei, so quello che ha passato- le direi che deve essere più sicura quando parla, quando ride, che non deve programmarsi i pasti giorno per giorno, le direi che grazie a ciò che dice potrebbe cambiare tanto, le direi di non ascoltare i commenti negativi e poco costruttivi, le direi di continuare a sorridere come ha sempre voluto fare, le direi di non seguire la massa, di distanziarsi, di prendere le decisioni come meglio crede, di non farsi condizionare da ciò che sente, di non farsi intimorire dagli sguardi di sufficienza che talvolta possono riservarle, le direi semplicemente che è abbastanza in tutte le sue sfaccettature.

Failla Greta 3BL