Bellezza di ieri e di oggi, canoni imposti dalla società

Che cos’è un canone di bellezza? E’ un modello da seguire assolutamente per essere apprezzati e rispecchia la mentalità della società in cui si vive. I canoni cambiano a seconda dell’epoca e del luogo. In Corea del Sud, le labbra delle donne rispettano il canone del luogo se sono sottili, mentre nei Paesi occidentali vengono preferite carnose e si ricorre talvolta alla chirurgia estetica per accentuarle. In alcuni casi, però, la concezione di bellezza non è mutata, volgendo lo sguardo ai greci e ai romani, ci rendiamo conto che queste due culture ci hanno imposto dei canoni da seguire, che ci condizionano ancora oggi, pur con qualche differenza.

Nell’antica Grecia, la cellulite non era una preoccupazione femminile. Lo possiamo notare anche dalle loro statue che rappresentano veneri dai corpi formosi e prosperosi: le “callipigi”, ovvero dalla bella natica. Ne è un esempio una delle veneri callipige più celebri custodite al museo archeologico di Napoli, rinvenuta a Roma e risalente all’epoca dell’imperatore Adriano. Un altro esempio di statua è la Venere Anadiomene conservata al museo Orsi di Siracusa che mostra, invece, un modello di donna più reale e più lontano dal canone ideale della Venere di Milo. Guy de Maupassant ce la descrive così: “è la donna così com’ è, come la si ama, come la si desidera”. Nel corso dei secoli l’ideale del corpo femminile è cambiato e oggi a causa della chirurgia estetica e a causa dei social si è venuto a creare un canone di corpo irreale che i personaggi influenti ci fanno credere naturale e possibile da raggiungere: quindi non solo ci sentiamo costretti a perseguire un modello, ma quest’ultimo è anche irraggiungibile senza ricorrere alla chirurgia: un esempio sono alcune modelle e attrici che trasformano il proprio corpo e viso grazie a interventi e che poi a volte non ammettono di esservi sottoposte: alcune giovani guardano le loro foto su Instagram e si sentono inadeguate, perciò a causa dei social credono di essere sbagliate. I social infatti stanno costruendo un tipo di bellezza fasulla e irreale anche con l’abuso di filtri che cambiano il volto assottigliando il mento, il naso, allungando le ciglia ed eliminando le “imperfezioni della pelle”. 

Un altro aspetto della bellezza che è cambiato nel tempo è la carnagione. Infatti possiamo vedere come le donne romane temessero la luce del sole, perché dovevano avere la pelle candida per essere apprezzate dagli uomini. Ricorrevano a metodi particolari, creme, maschere e intrugli di ogni genere, provenienti da paesi lontani. Oggi, invece, la pelle troppo chiara non piace più e, al contrario, si cerca di ottenere una carnagione abbronzata anche nei periodi invernali sottoponendosi a lampade e ad altri trattamenti. 

La depilazione, ivece, esisteva già nell’antichità, ma oggi, più che in passato, i peli vengono considerati un aspetto vergognoso e inopportuno del proprio corpo, mentre quest’uso dovrebbe essere una scelta personale. Il fenomeno della depilazione in realtà si è incrementato solo negli ultimi decenni, diventando una regola severa imposta dalla società. 

Alcuni canoni di bellezza sono rimasti; altri, si sono irrigiditi o sono cambiati: ciò che più cambia rispetto al passato è la nuova possibilità utile quanto anche negativa della chirurgia estetica. Gli interventi chirurgici permettono a molte persone di sentirsi più belle e a proprio agio, cambiando parti di sé, che a loro non piacciono. Ultimamente, però, sembra che ricorriamo a questa soluzione troppo spesso, e se qualcuno dice di non piacersi rispondiamo subito di cambiare quello che ritengono imperfezioni. Sembra che non si valuti più la possibilità di imparare ad accettarsi così come si è, il che è sempre più difficile soprattutto con l’ideale che la rete e i media ci impongono. Gli antichi non avevano questa possibilità, ma noi sì: eppure non si dovrebbe abusare della chirurgia, cercando piuttosto di insegnare ad apprezzare anche i propri “difetti”. 

Sara Guarino, Irene Cautiero e Davide Puzone, II C