LO SFRUTTAMENTO MINORILE NEL MONDO

Per sfruttamento minorile intendiamo l’attività lavorativa che priva i bambini e le bambine della loro infanzia, della loro dignità e influisce negativamente sul loro sviluppo psico-fisico.                                      

Esso è causato principalmente da un’estrema povertà, dalla mancata possibilità di istruzione, da situazioni economiche e politiche in cui i diritti dei bambini e delle bambine non vengono rispettati, a vantaggio dei profitti  degli adulti. Ai bambini viene negato il diritto di andare a scuola, la possibilità di giocare e di godere dei loro affetti; essi sono coinvolti nei processi produttivi, dall’agricoltura alle miniere, dai servizi alle industrie per la produzione di beni destinati all’esportazione. Spesso sono reclusi, emarginati, esposti a sofferenze fisiche e psicologiche.

Del totale dei minori vittime oggi di sfruttamento lavorativo nel mondo, 79 milioni hanno tra i 12 e i 17 anni di età, mentre 73 milioni sono molto piccoli, tra i 5 e gli 11 anni, e quindi ancor più vulnerabili ed esposti al rischio di conseguenze sul loro sviluppo psico-fisico. Quasi la metà del totale (72 milioni) si trova in Africa, con Mali, Nigeria, Guinea Bissau e Ciad che fanno registrare le percentuali più alte di bambini tra i 5 e i 17 anni coinvolti nel lavoro minorile. In questi Paesi, infatti, lavora più di 1 bambino su 2; quasi 1 su 3 (29%) se si considera l’area dell’Africa subsahariana dove, rispetto al passato, la lotta al lavoro minorile non soltanto non ha fatto registrare alcun miglioramento ma, al contrario, ha visto un incremento del fenomeno.

Tra le organizzazioni internazionali che si occupano del problema, l’ILO è  uno dei principali promotori del movimento mondiale contro il lavoro minorile: il suo Programma per l’eliminazione del lavoro minorile (IPEC), lanciato nel 1992, è presente in oltre 80 paesi. Come per altri aspetti riguardanti il lavoro dignitoso, l’eliminazione del lavoro minorile è un problema sia di diritti umani che di progresso e per questo la politica ed i programmi dell’organizzazione internazionale hanno come obiettivo quello di garantire ai minori l’educazione e la formazione di cui necessitano per crescere.

Per promuovere la conoscenza del problema rappresentato dal lavoro minorile è stata istituita la Giornata mondiale contro il lavoro minorile, che viene celebrata ogni 12 giugno, ricorrenza che celebra i progressi registrati negli ultimi anni ma sottolinea anche le continue sfide che si presentano, riservando in particolare grande attenzione alla situazione delle bambine e delle ragazze. Sono infatti circa 100 milioni le ragazze in tutto il mondo coinvolte nel lavoro minorile. Molte di loro svolgono gli stessi lavori dei ragazzi, ma spesso devono sopportare più difficoltà e affrontare maggiori rischi. In più sono soggette a sfruttamenti anche peggiori, costrette a sposarsi troppo presto. Nel mondo sono 15 milioni le cosiddette “spose bambine” obbligate dalle famiglie a sposarsi con uomini molto più grandi di loro.

Per combattere questo fenomeno è  necessario partire dal basso, agire a livello di comunità, cercando di fornire un’educazione accessibile e di qualità a tutti i bambini e le bambine, sensibilizzando genitori, insegnanti e istituzioni sull’importanza dell’educazione, rompendo stereotipi diffusi e combattendo tradizioni e norme che non tutelano i diritti di bambini, bambine e adolescenti.

Sofia Sollazzo 5Csp