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Per fare volontariato ci vogliono cuore, pazienza e collaborazione

Luna Frau Caccioppoli, 1 D

“Per fare volontariato serve cuore, pazienza e collaborazione” così dice Antonello Damonte, 59 anni, che oggi abita a Sassari, in Sardegna, ma è nato ad Arenzano.

Ha iniziato a fare volontariato a 32 anni per aiutare la sua città e i suoi concittadini. Si occupava del centro d’ascolto che c’era in quegli anni, dove ogni giorno venivano persone a raccontare i loro problemi. Si occupava dei problemi del territorio, cercando di portare a termine progetti che erano stati proposti durante le “sedute”, come ad esempio i corsi di teatro del Sipario Strappato, ancora oggi in attività, corsi di fotografia e di chitarra. Si occupava anche di tossicodipendenti: se volevano potevano raccontare la loro condizione e i volontari del gruppo di ascolto facevano da mediatori con vari centri di recupero della zona.

Al loro fianco, ad aiutarli, c’era il Dottor Venezia, uno psicologo che li guidava, insegnava loro ad ascoltare, ma soprattutto li sosteneva in caso di problematiche: a volte a qualcuno di loro veniva raccontato qualcosa di molto pesante emotivamente e spesso non sapevano come gestire il carico di emozioni piombate su di loro contemporaneamente, in questi casi bisognava rivolgersi al Dottor Venezia, che avrebbe cercato di aiutarli.

Dopo quindici anni ha deciso di trasferirsi in Sardegna, a Sassari dove ha ricominciato il suo percorso di volontariato, questa volta però nell’AVIS.
L’attività è fondata sulla libera partecipazione sociale e sul volontariato.

Per aderire bisogna donare anonimamente, periodicamente e gratuitamente il proprio sangue, ma anche chi, non è idoneo, può collaborare gratuitamente a tutte le attività di volontariato. Antonello donava il sangue regolarmente già da molto tempo e ha deciso di unirsi anche come volontario.

Il suo compito all’interno della struttura è quello di fare le prenotazioni, che di solito vengono fatte uno o due giorni prima, durante le quali chiede se le persone abbiano preso, nei quindici giorni precedenti, antinfiammatori, antibiotici o antistaminici, perché se li hanno presi, non sono idonei alla donazione. Spesso durante i prelievi parla con le persone interessate per cercare di distrarli e la maggior parte delle volte funziona. A coloro che hanno fatto il prelievo prepara la colazione al fine di recuperare almeno parzialmente le energie e aiutare il corpo a rigenerare il sangue.

Ogni anno va nelle classi di quinta superiore e nelle università del posto a fare divulgazione, spiegando ai ragazzi cosa vuol dire donare il sangue, il perché molte persone lo fanno, come fare per proporsi, cosa significa essere idonei e in salute, poi una dottoressa che lo accompagna spiega nel dettaglio come avviene il prelievo.

Nella vita bisogna fare delle scelte, Antonello ha scelto di aiutare il prossimo. Avrebbe potuto benissimo occupare la parte di tempo che dedica da molti anni al volontariato uscendo con i suoi amici, restando a casa a guardare un film, ma non l’ha fatto. Ha fatto un piccolo sacrificio, che se tutte le persone facessero, il mondo forse sarebbe un posto migliore.