Mostri in terapia

Sono stata una brava ragazza per tantissimo tempo e a che pro? Anch’io posso essere un mostro“.

Oggi vi presentiamo Mostri in terapia un romanzo scritto da Jenny Jägerfeld e Mats Strandberg. Tutto ha inizio con una lettera. Una donna riordina lo studio Pazienti Speciali quando trova delle cartelle insieme a carta straccia imbrattata di rosso. Sangue? Preoccupata, fa recapitare il materiale alla polizia che inizia ad occuparsi del caso di una psicologa scomparsa in una di quelle notti gelide di Stoccolma. Il romanzo, però, non tratta delle indagini in questione ma si incentra sui contenuti delle cartelle. La psicologa aveva il desiderio di scrivere un libro ed intitolarlo “Mostri in terapia”, ispirato ai suoi pazienti fuori dall’ordinario. Ci riuscirà o si lascerà abbacinare dalle tentazioni da cui anche i suoi pazienti sono attratti? Riuscirà a porre resistenza alle parole suadenti modulate dalle loro labbra? Ma soprattutto, riuscirà a salvare sé stessa?


I pazienti sono quattro grandissimi personaggi della letteratura dell’orrore: Dottor Jekyll e Mister Hyde con la doppia personalità, Carmilla e Laura, una coppia ambigua e strana poiché sono una vampira e una mortale, il Dottor Frankenstein e la sua famiglia insieme alla creatura mostruosa modellata dalle mani del genio e, per finire, Dorian Gray che conserva il fiore della giovinezza mentre il suo ritratto invecchia. La psicologa parla con loro, fa ipotesi e cerca di aiutarli sulla base della conoscenza e delle informazioni raccolte. Riuscirà a migliorare la condizione di tutti e a farsi valere nonostante i suoi pazienti abbiano una mente poco aperta, influenzata dell’epoca da cui provengono? Filmati, registrazioni e tre sedute per ognuno. Pezzi di giornale, appunti, pensieri, lettere, schizzi segreti e infine un enigma da risolvere.

“Voglio dire, state dicendo la verità?
Si passa una mano fra i capelli
Dovreste poterlo capire da sola no, sinora psicologa?
Sogghigna per l’ultima volta. Sparisce fuori dalla porta e poi giù nell’ingresso il portone sbatte.
Silenzio”.


di Giulia Tiranno