Quando le parole insegnano…

Il giorno della memoria, che cade ogni anno il 27 Gennaio, vengono commemorate le vittime dello sterminio nazista. Sono stati girati molti film e scritti molti libri a riguardo, spesso incentrati su quello che avveniva nei campi di concentramento, dal punto di vista degli ebrei ma dagli occhi dei tedeschi. Il primo libro che ho letto a riguardo, ma anche in assoluto, è stato “Storia di una ladra di libri” di Mark Zusak e da allora ne ho letti tanti, senza mai trovarne uno che fosse all’altezza di questo. “Storia di una ladra di libri” ha quel qualcosa di diverso, che ti lascia stregato sin dalle prime pagine, dai personaggi, dall’ambientazione e dall’estrema importanza che l’autore dà ai dettagli che contribuiscono a rendere la storia migliore di come è già. La storia si apre con la presentazione della Morte che non solo viene descritta come una figura affascinante, ma è anche la narratrice della storia di Liesel Meminger, la nostra protagonista. Liesel è una bambina tedesca, data in adozione dalla madre a una coppia che vive di stenti. Viene praticamente abbandonata e la sua situazione è peggiorata dal fatto che lei non sa né leggere né scrivere. Nonostante ciò, la bambina si mostra sempre incuriosita dai libri e per questo il padre adottivo e Max, un ebreo tenuto nascosto nella loro cantina, la aiutano nel suo percorso di istruzione. Ma in tutto ciò non scordiamo che la famiglia di Liesel è povera e che la vicenda è ambientata nel 1939, quando la Germania è sotto il controllo degli ordini scellerati di Hitler: la libertà di pensiero e di parola è limitata come non mai. Proprio in questo periodo, infatti, avvengono i famosi roghi di libri, enormi falò “per eliminare con le fiamme lo spirito maligno del passato”, cancellare cioè tutti i libri contrari all’ideologia nazista.

Così Liesel inizia a rubare libri. D’altronde, dagli occhi innocenti di una bambina che non comprende bene la situazione, cosa ci si può aspettare? Liesel perciò ruba dalle librerie, dalla strada, dai falò e conserva i suoi preziosi ritrovamenti nella sua stanza. La bambina si innamorerà dei libri, delle parole e della potenza che esse hanno. Li leggerà più e più volte, fino allo sfinimento. E quando comprenderà bene il significato delle parole non si limiterà più a leggerle e basta, ma inizierà a usarle per scrivere la propria storia.

In un tempo in cui nessuno lottava più per la propria libertà e per la propria cultura, “Storia di una ladra di libri” è una storia di chi lo fece.

Per questo motivo, “Storia di una ladra di libri” è stato il libro che mi ha fatto innamorare della lettura. Mi ha fatto comprendere l’importanza delle parole e mi ha insegnato a sceglierle sempre con cura. Le parole hanno un determinato peso e l’impatto che queste hanno sulla vita delle persone è enorme. Ma non mi ha lasciato solo questo. Ho anche compreso quanto la nostra generazione sia fortunata ad avere a disposizione tutta la cultura proveniente da ogni parte del mondo e ringrazio chi ha lottato in precedenza per concederci questo privilegio.

Monica Interlandi VB