La storia di Mikhele

Foto tratta dal sito di Telenord

Genova, quartiere di Rivarolo. Si chiamava Mikhele ed è stato uno dei nostri alunni. Se ne è andato a 19 anni a seguito di una fatalità assurda: non si può morire a 19 anni perché un’auto pirata ti taglia la strada. L’IC Rivarolo ha voluto ricordarlo così, attraverso gli studenti che lo hanno conosciuto.

Sono molto dispiaciuta per il povero Mikhele, deceduto nel mio quartiere mentre lavorava come porta-pizze. Ho avuto la fortuna di conoscerlo perché faceva parte del mio stesso gruppo scout ed era un amico di mia sorella. Sabato pomeriggio, mentre ero ad un incontro con i lupetti, una capo scout è scesa nel campetto in cui mi trovavo, piangendo e annunciando agli altri ragazzi la brutta notizia su Mikhele. Tutti loro si sono messi a piangere. Dopo poco, la maggior parte dei capi, compresa mia sorella, si è diretta in ospedale, tranne pochi che sono rimasti con noi ragazzini; ho visto la scena ed è stato molto toccante. Era davvero un bravo ragazzo, sempre pronto ad aiutare il prossimo e gentile con tutti. Il destino a volte ci riserva brutte sorprese ma, purtroppo, aiuta anche a crescere. Lui vivrà sempre nei cuori di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo. (farfalla010)

Era giovedì sera, a casa mia abbiamo ricevuto una chiamata: era successo un incidente gravissimo, vicino alla mia abitazione. In seguito ho saputo tramite la mia famiglia e i telegiornali chi fosse stata la vittima: era un mio connazionale, un ragazzo di soli 19 anni, che stava andando al lavoro. Incuriosita, chiedo a mia madre se lo conoscesse. Mi ha raccontato la sua storia. Era l’anno 2002, quando sua madre aveva in grembo Mikhele e attraversava l’Adriatico per cercare una vita migliore, scappando dall’Albania. Una volta venuti in Italia, si trovarono soli, senza lavoro, senza cibo e senza un tetto dove dormire; ma, nonostante tutto, la vita era bella. Si respirava l’aria di libertà, una famiglia onesta e lavoratrice, che cresce con sacrifici due figli meravigliosi. Uno dei due era Mikhele, che aveva il desiderio di aiutare i propri genitori. Io mi chiedo come si possa morire a 19 anni, avendo voglia di vivere una vita per cui lui aveva lottato insieme ai suoi genitori. Penso che sia inaccettabile mancare in questo modo: mi auguro che si faccia giustizia per questa perdita. (tulipano_11)

Mi viene da dire che la vita certe volte è molto ma molto ingiusta soprattutto con persone che non se lo meritano proprio. Penso anche che morire a 19 anni e, soprattutto, durante le ore lavorative, sia una cosa terribile. Sfortunatamente oggi le morti causate dagli incidenti sono frequenti perché la strada continua ad essere un pericolo. Oltretutto i due mezzi che si trovavano dietro di lui non si sono nemmeno fermati a prestare soccorso al ragazzo ma hanno proseguito per la loro strada: trovo questo atteggiamento irrispettoso e incivile. (Girl)