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Botticelli e l’ideale di bellezza femminile nel Rinascimento

 

La “Nascita di Venere” è un dipinto a tempera su tela di lino, realizzato dall’artista Sandro Botticelli nel 1485, per la villa medicea di Castello. L’opera è attualmente conservata nella Galleria degli Uffizi a Firenze.

Una vera e propria icona del Rinascimento italiano, assunta come simbolo della stessa città di Firenze e della sua arte. La venere di Botticelli è da sempre considerata l’ideale di bellezza femminile nell’arte, proprio come il David è considerato il canone di bellezza maschile.

Secondo il mito, Venere era sta concepita quando il titano Crono aveva aveva evirato il padre Urano e ne aveva gettato i genitali nel mare, fecondando le acque. In questo dipinto viene raffigurato il momento in cui dopo essere emersa sul mare da una conchiglia, la dea arriva sulle spiagge dell’isola di Cipro. A sinistra di questo dipinto appare Zefiro che stringe a sé la ninfa Clori e spinge con il suo vento Venere verso la terraferma. Ad attenderla  c’è un’altra ninfa già pronta a coprirne le nudità con una veste decorata di boccioli in fiore. Il soggetto di questa famosissima opera è inspirato alle Metamorfosi del grande poeta Ovidio; la narrazione sulla nascita di Venere si trova anche nella Teogonia di Esiodo, nel De rerum natura di Lucrezio e in un inno omerico. La “Nascita di Venere” e “La Primavera”, nascono all’interno della cultura neoplatonica diffusa a Firenze. Infatti, alla la corte di Lorenzo il Magnifico,vi erano molti intellettuali seguaci di questa filosofia. Secondo i principi del Neoplatonismo, l’amore rappresenta un principio vitale e forza del rinnovamento della natura. Il tema sotteso dal dipinto è la celebrazione della nascita di una nuova umanità, rappresentato dalla figura di Venere. La dea viene rappresentata nuda, ma la sua nudità ha un intento estetico e astratto. Questa figura idealizzata rappresenta il modello della bellezza, secondo Sandro Botticelli.

Anita Colombrino