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Il cammino dentro se stessi nei “Cigni che riflettono elefanti” di Dalì

“Cigni che riflettono elefanti” è il dipinto è di Salvador Dalì, famoso scultore e abile pittore, noto soprattutto per i suoi sorprendenti dipinti di opere surreali. Il suo talento artistico ha trovato espressione in vari campi, che lo hanno spinto a collaborare con artisti di tutti i settori e generi; da lui stesso ha sempre derivato il suo amore “per tutto ciò che è dorato ed esagerato, la mia passione per il lusso e il mio gusto per i costumi orientali”. Fa parte del surrealismo, il movimento artistico d’avanguardia  che abbracciava tutte le arti. Nacque a Parigi negli anni ’20, desiderando esprimere una realtà superiore. Il suo principale teorico del surrealismo fu il poeta André Breton, che fu influenzato dalla lettura dei sogni di Freud nel 1900. Dopo averlo letto, concluse che era inaccettabile che il sogno e il subconscio dovessero avere così poco spazio nella civiltà moderna e pensò di creare un nuovo movimento artistico e letterario in cui avrebbero avuto un ruolo fondamentale. ammirare uno scorcio di natura dove alcuni cigni, riflessi nell’acqua, si trasformano in elefanti. I cigni sono il modo in cui guardiamo agli altri, ma in realtà siamo elefanti che possiamo vedere riflessi nell’acqua. In realtà, c’è un contrasto tra leggerezza e pesantezza. La bellezza dell’opera di Dalì sta proprio nella possibilità di un viaggio in cui una persona può ritrovarsi, intraprendendo così il cammino che ognuno compie dentro di sé. Dalì è stimolante perché ci dà la possibilità di interpretare ciò che vediamo a modo nostro. Lo stesso Dalì affermava che “Il fatto che anche io, quando dipingo, non comprenda il significato dei miei quadri non significa che non li abbia; al contrario, il loro significato è così profondo, complesso, coerente, involontario che non è una semplice analisi di intuizione logica”.

Ludovica Sommaiuolo