La guerra del nuovo millennio

“Ho deciso di autorizzare un’operazione militare speciale contro lo Stato ucraino” sono queste le parole pronunciate lo scorso 24 febbraio dal Presidente russo Vladimir Putin in diretta televisiva. Ed aggiunge: “Chiunque tenti di ostacolarci interferendo, sappia che la Russia risponderà con delle conseguenze mai viste prima nella storia”

Catania – Sono le 3.50 del 24 febbraio 2022 quando il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, in diretta televisiva, annuncia al modo la decisione di attaccare militarmente l’Ucraina, considerata dal premier parte integrante della sua sfera di influenza.

La crisi a cui oggi si è arrivati fonda le  sue radici nel 2014, quando sostituito Viktor Yanukovych ex presidente filorusso viene eletto al suo posto Petro Poroshenko politicamente più vicino all’Occidente e, per questo, poco apprezzato da Putin. Inoltre nello stesso anno viene annessa alla Russia la Crimea, ciò incoraggia la rivolta dei separatisti del Donbass. Da allora le tensioni sono rimaste sul filo di lama fino a sfociare negli avvenimenti attuali. Un ruolo importante che ha portato Putin a decidere di attaccare l’Ucraina viene giocato dalla Nato, da tempo mira di Zelensky, attuale Presidente ucraino che vorrebbe che la sua nazione ne entrasse a far parte. Gli scontri fra esercito russo e ucraino hanno così inizio nella notte fra il 23 ed il 24 febbraio.

Nell’ immediato, a Bruxelles, gli Stati membri  si riuniscono per discutere le strategie da adottare e all’unanimità convengono di applicare delle sanzioni alla Russia. Viene colpito il 70% del sistema bancario e finanziario russo, così come le principali società statali ed i patrimoni personali degli oligarchi russi. Dopo la chiusura dello spazio aereo, Ursula Von der Leyen annuncia che l’Europa manderà armi ed equipaggiamenti allo Stato sotto assedio. 

Diverse saranno le conseguenze che si ripercuoteranno nei vari paesi europei, dall’esodo di milioni di profughi, alle conseguenze energetiche soprattutto per il nostro Paese,  visto che l’Italia riceve il gas per più del 40% dallo Stato russo.

La situazione è ancora critica, anche se diversi sono stati e sono gli incontri diplomatici organizzati nella speranza di arrivare ad un accordo. Il mondo intero spera, quanto prima, in una svolta positiva.

Roberto Lazzaro, III DL