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Artemisia: da musa ispiratrice a protagonista e creatrice della sua stessa arte

In occasione della Giornata internazionale dei diritti della donna, l’8 Marzo 2022, studentesse e studenti del Polo Liceale Mattioli e del Polo  Liceale Pantini-Pudente, hanno avuto l’occasione di partecipare all’evento tenutosi presso il Teatro Madonna dell’Asilo, organizzato dall’Assessorato alle politiche giovanili, nella persona di Paola Cianci, e dalla Consulta Giovanile di Vasto  in collaborazione con Grido CineTeatro.  

Foto di Sara Prencipe

L’iniziativa denominata  “La Donna nell’arte- I giovani alla scoperta di Artemisia Gentileschi”, ha visto come protagonista, insieme al documentario dedicato ad Artemisia, il dialogo tra gli alunni e la Dott.ssa Valentina Di Petta, storica dell’arte e arteterapeuta.

Nella prima parte dell’incontro è stata presentata la figura della Gentileschi, una delle più grandi pittrici del passato.

Artemisia fu la prima donna artista della sua epoca, la prima che ebbe la fortuna ma anche il coraggio di inseguire i suoi sogni e coltivare il suo talento; figlia d’arte, dimostra fin da  giovanissima un dono  per il mondo della pittura. Orfana di madre, si avvicinerà sempre più alla figura paterna e al lavoro della stessa.

Artemisia rappresenterà una ventata di aria fresca in una società maschilista e in un ambiente lavorativo prettamente maschile. Fu la prima donna a frequentare l’Accademia del disegno a Firenze, seguita dallo stesso Galilei.

La Gentileschi  diventerà il simbolo del femminismo internazionale e della forza della donna, dal momento che saranno numerose le difficoltà e avversità che questa artista dovette affrontare nel corso della sua vita, come l’evento che segnò profondamente la sua storia: una violenza sessuale in giovane età da parte del suo maestro , Agostino Tassi, e il processo che seguì alla denuncia del fatto.  

Durante l’incontro, la storica dell’arte ha affiancato, alla figura della pittrice guerriera, artiste di epoca più recente come Frida Kahlo, Alice Pasquini e la grandissima Marina Abramovic.

Al termine è stata data l’occasione di porre alcune domande alla Di Petta. Di seguito l’intervista realizzata dal Mattioli’s Chronicles.

“Parlando di Artemisia quali furono le conseguenze del processo: oltre i danni psicologici, Artemisia venne sottoposta a qualche tipo di punizione corporale? E soprattutto, quanto la violenza subita influenzò il suo modo di rappresentare l’arte? Riusciamo a distinguere in quest’ultima un prima e un dopo?”   

“Sicuramente la vicenda influenzò molto la sua arte: nei volti delle donne che lei rappresenta riusciamo a riconoscere la forza espressiva, la drammaticità che questi simboleggiano, la drammaticità viene resa anche grazie ad un attento studio di luci e di ombre e soprattutto grazie alla luce notturna.
Invece, per quanto riguarda il processo, possiamo dire sicuramente che lei ha avuto un grande coraggio nel denunciare Agostino Tassi, tanto che all’epoca il processo stesso fece molto scalpore, non era un atto assolutamente comune. Il processo provocò grandi cambiamenti nella sua vita, inizialmente Artemisia vide compromesso il suo stesso buon nome, persino il padre, che inizialmente la appoggiava, a termine del processo si riavvicinò allo stesso Tassi, spingendo la figlia a sposarsi con una terza persona, con l’intento di coprire o comunque lasciarsi alle spalle ciò che era accaduto.”

 

“In merito al suo lavoro, di storica dell’arte e arte-terapeuta, qual è il ruolo della donna in questo ambito lavorativo, assistiamo ad episodi di disparità di genere? E come mai ha scelto di intraprendere questa carriera?”

“Io ho un titolo di laurea presso la Sapienza di Roma. Successivamente ho conseguito la specializzazione in arte terapia, questo passo l’ho fatto perché ho capito il potere terapeutico dell’arte. L’ho capito  durante il servizio civile a Vasto presso l’istituto San Francesco e ho visto, lavorando nel reparto psichiatrico con delle ragazze, la distensione del volto e il cambiamento emotivo: moltissime emozioni venivano fuori non appena prendevo la mia valigetta dei colori. Ciò mi ha dato la spinta e la motivazione per intraprendere questo percorso e diventare appunto arte terapeuta, lavoro che attualmente svolgo nei centri SAI (sistemi di accoglienza e integrazione). Io mi occupo principalmente di organizzare eventi attivistici e di integrazione sociale, nonché di inclusione.  Tra i tanti progetti messi in atto, uno vede il coinvolgimento della stessa Alice Pasquini precedentemente citata, lei ha realizzato un murales assieme ai nostri ragazzi.”

 

Foto di Sara Prencipe

La dott.ssa Di Petta ci mostra uno dei meravigliosi quadri degli artisti del centro SAI: artista gambiano, che scopre la pittura e il suo grandioso talento solo giunto in Italia, a seguito di un lungo viaggio fatto di difficoltà e sofferenze fisiche e psicologiche: “Oggi”, ci dice Valentina, “questo lavoro lo vedo in chiave simbolica per questa giornata: c’è una donna africana che immagino esprima dei desideri, vediamo delle stelle, la notte…chissà quale desiderio esprime una donna in Africa oggi. Il quadro si intitola Altrove.

 

Per quanto riguarda il discorso della disparità devo dire che non ho vissuto, nel mio lavoro, nessun episodio del genere, forse perché ci sono solo io come figura e ogni qualvolta ho cercato una persona che doveva lavorare con me l’ho sempre cercata sicura e forte che mi ha affiancata nel mio percorso.” 

 

“Quale delle artiste citate durante la conferenza la rappresenta maggiormente o a quale si sente più vicina?”

“Ho sempre adorato Marina Abramovic, quando ho conosciuto i suoi lavori e la sua vita mi sono totalmente appassionata a lei, c’è una sua biografia “Attraversare i muri”, leggendola si può notare come lei ti entri dentro e ti sconvolga. La seguo da sempre e mi rappresenta perché è un po’ il mio modo di vedere l’arte nei nostri giorni. Preferisco in generale le opere d’arte che possono essere attraversate, lontane quindi dal non toccare o non fotografare.”

 

 E con il documentario su Artemisia, si conclude questo splendido incontro del nostro 8 Marzo.

Laura Del Casale