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Guerre. Tacito: “Dove fanno il deserto, lo chiamano pace”

La Guerra in Ucraina ha inevitablmente radicato la sua presenza nel vasto mondo dei media e delle comunicazioni. E di altro, non si parla più. Ciò a cui noi siamo costantemente esposti tout court è una vera e propria propaganda politica. Questa sensazione la si può percepire ovunque: il Covid ha perso la sua notorietà, la pandemia è accantonata e del famoso PNRR sembrerebbe non esserci più traccia. Si parla solo ed esclusivamente di un conflitto, peraltro narrato in modo, a volte, distorto, procurando paura e generando ipocrisia. Tutti adesso sono paladini, guerrieri, giusti e pacifisti, pronti ad accogliere i poveri profughi provenienti dalla martoriata Ucraina, mentre la Russia è diventata uno stato aggressivo e violento e che deve essere assolutamente fermato. In parte queste cose sono vere, la Russia è l’invasore. Ma è anche vero che nessuno ha provato a battersi contro l’aggressività di uno stato ancora più spaventoso e preoccupante: gli Stati Uniti D’America. I crimini di guerra perpetrati dagli USA vanno ben oltre quello che stiamo vivendo: bombardamenti “etico-umanitari”, operazione di “Peacekeeping”, esportare la loro “democrazia”. E’ davvero sono tutte giustificabili? O forse, come direbbe Tacito, ubi solitudinem faciunt pacem appellant (in italiano: dove fanno il deserto, lo chiamano pace), dobbiamo ancora fidarci di NATO e USA? Esiste una linea netta che separa i “buoni” dai “cattivi”? 

La Guerra è sempre sbagliata e va condannata, l’ipocrisia invece è un nemico peggiore che va combattuto. L’informazione deve essere sempre chiara e super partes, al di là degli schieramenti politici e delle simpatie istituzionali. 

Fabrizio Moccia, II C.