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La Moldavia, una posizione scomoda nel conflitto russo-ucraino

La Moldavia è il paese più vicino all’Ucraina e quindi alla guerra. Per vicinanza geopolitica occupa una posizione scomoda. La Moldavia conta circa due milioni di abitanti ed è il paese più povero d’Europa. Da anni registra un costante calo della popolazione a causa dell’instabilità politica, delle scarse opportunità di lavoro e del basso livello dei salari, un numero crescente di giovani emigra verso Occidente.

Dall’indipendenza nel 1990, la popolazione dell’ex repubblica sovietica è passata da 4,3 a 3,3 milioni di abitanti. Se la tendenza dovesse persistere si stima che nel 2050 saranno meno di 2 milioni.

A ciò si aggiunga la questione della Transnistria, uno Stato indipendente di fatto che fa parte del territorio moldavo e che potrebbe attirare gli interessi della Russia in questo conflitto. Abitata da mezzo milione di persone, si tratta di una piccola lingua di terra in una posizione strategica nell’attuale conflitto, stretta tra la Moldavia – di cui formalmente fa ancora parte – e l’Ucraina, ed è l’ultimo Paese al mondo ad avere ancora la falce ed il martello sulla bandiera. La Transnistria potrebbe in breve tempo costituire un “nuovo Donbas”. 

Sebbene non sia riconosciuto dalla comunità internazionale, Mosca protegge questo pseudo-Stato mantenendo così la propria influenza in Moldavia. In Transnistria esiste ancora un’eredità di circa 22 mila tonnellate di munizioni lasciate dall’Armata Rossa e circa 1500 uomini delle “Forze di peacekeeping” russe, le divisioni rimaste lì dopo il cessate il fuoco del luglio del 1992. Essi servono alla Russia per controllare la Moldavia, la quale nel 2020 con l’elezione presidenziale di Maia Sandu vede l’arrivo di un governo europeista, contro “l’occupazione militare russa”. La tradizionale neutralità della Moldavia cambia: la Moldavia è per legge neutrale, ma vuole trovare un proprio spazio in Europa.

Giorni fa, infatti, la presidentessa moldava, Maia Sandu, ha annunciato di aver presentato una richiesta ufficiale per candidare il proprio Paese a diventare membro dell’Unione Europea; tuttavia, ha chiarito che non farà lo stesso per la Nato. “Questo principio di neutralità è sancito dalla Costituzione” ha ribadito. Sarebbe davvero un grande regalo per la Moldavia se l’UE le offrisse l’integrazione e d’altra parte è già arrivato il primo sì da parte dei 27 ed il processo di integrazione della Moldavia all’Unione Europea potrebbe cominciare. Un primo sì che è una sorta di accettazione della domanda, anche se il cammino sarà lungo e tortuoso, comporterà adeguamenti e negoziati per 35 capitoli tematici e non è detto che alla fine riuscirà ad entrarvi.

A tal proposito è doveroso ricordare, poi, che negli ultimi anni la Romania sta offrendo passaporti romeni ai moldavi che li richiedono, a condizione che possano dimostrare di avere un genitore o un nonno che ha vissuto in Moldavia tra il 1918 e il 1940. Oggi, secondo fonti romene, un milione di moldavi, cioè un terzo della popolazione, ha un passaporto romeno e quindi europeo. È un’integrazione europea dei cittadini ma non delle istituzioni.  

La paura è che la Transnistria, nome che a molti dice finora poco ma che in breve tempo potrebbe dire moltissimo, rischia di diventare il pretesto vincente per estendere la politica espansionistica russa oltre l’Ucraina, verso l’Europa. Nell’ambito della guerra in Ucraina, la Transnistria potrebbe diventare un fronte supplementare per la conquista dello strategico porto di Odessa e le truppe russe schierate in Transnistria stanno già svolgendo un’esercitazione militare; secondo lo Stato maggiore ucraino, fino a 800 soldati potrebbero essere impiegati nell’invasione e ciò contribuirebbe alla resa ucraina. 

Con l’inizio della guerra in Ucraina lo scorso 24 febbraio, il piccolo territorio moldavo sta accogliendo ogni giorno migliaia di persone in fuga. Ad oggi risultano circa più di 300 mila persone ad aver attraversato il paese, di cui più di 120 mila quelle che al momento sono rimaste nei vari centri di accoglienza adibiti dal governo o in abitazioni private. La Moldavia si è mobilitata da subito per rispondere alla grande emergenza anche se ha bisogno di grande aiuto e assistenza e corridoi verso altri paesi. Alcuni di questi aiuti pian piano stanno già arrivando. 

Alestiana Pacilli