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Alla stazione di Przemyśl. Lo sguardo di Bob (un racconto)

Siamo stati molto colpiti dalle foto pubblicate su Instagram dalla giornalista del TG La7 Paola Mascioli. Qualche settimana fa l’inviata ha raggiunto Przemyśl, località della Polonia ai confini con l’Ucraina: lì, nella stazione locale, sono arrivati molti profughi in fuga dall’Ucraina invasa dai Russi. Come già scritto altrove, guardando le immagini, abbiamo pensato ad un esperimento di scrittura creativa: provare a raccontare una storia di fantasia. Questo è il secondo contributo: lo ha curato un’altra alunna di prima media dell’IC Rivarolo.  Un sentito ringraziamento a Paola Mascioli per averci concesso l’utilizzo della fotografia per questo nostro blog didattico.

Era la notte tra il 23 e il 24 febbraio. Dormivamo tutti, tranne il nostro cane Bob. Lui da diversi giorni era agitato, dormiva poco e ululava spesso. Lui sentiva che stava per succedere qualcosa, anche noi avevamo tanta paura che scoppiasse la guerra, perché da giorni, non si parlava di altro. Non avrei mai immaginato un risveglio così: tra le bombe e la gente che urlava ho capito che era iniziata la guerra. Con mio marito avevamo preparato il necessario per fuggire. Abbiamo preso nostro figlio e il cane. Ci siamo diretti verso il cammino, senza sapere dove andare. Abbiamo incontrato tante persone che come noi, scappava. Qualcuno piangeva, perché avevano perso i loro cari. Mio marito ci indirizza verso un autobus che si dirigeva in Polonia. Una volta saliti, ci disse che doveva rimanere là, a lottare per il suo paese. Ero disperata, piangevo, e avevo tanta paura per me, mio figlio e per la mia gente.Bob era lì, sempre con noi, ci guardava con amore, come se ci volesse dire di non aver paura, perché c’era lui qui, che ci proteggeva. Siamo arrivati in Polonia sani e salvi. Sono distrutta, il pensiero delle persone obbligate a lasciare la propria abitazione e cercare un rifugio, bambini che soffrono, quando dovrebbero solo essere spensierati e ricevere amore, l’idea che gente innocente deve morire, e che sia deciso come se fosse necessario ed inevitabile. Il mio cuore soffre ed è in silenzio, il mio pensiero è lontano. (tulipano_11)