Fermiamo la guerra!

Il 24 febbraio per gli ucraini era un giorno come un altro ma da ora in poi  ricorderanno questo giorno per il resto della loro vita perché è stato l’inizio della fine. Infatti, il 24 febbraio 2022 il presidente russo Vladimir Putin ha dato l’ordine di invadere  l’Ucraina minacciando di attaccare chiunque fosse intervenuto in sua difesa. Le motivazioni che hanno spinto Putin a compiere tale gesto sono molte e sono legate al passato legame tra Ucraina e Russia: molti ucraini sono di madrelingua russa. Questo fa venire in mente un’intervista fatta ad una donna Ucraina in lacrime perché la sua famiglia era ancora a Kyiv e aveva detto che tutto questo non aveva senso e si chiedeva perché uccidevano i loro fratelli. Le vittime aumentano ogni secondo che passa. Gli Stati della NATO cercano di fermare il presidente russo con  sanzioni per intaccarne l’economia. Putin risponde facendo una lista di Paesi ostili, tra i quali c’è l’Italia, minacciando tutti coloro che hanno partecipato all’applicazione delle sanzioni di aumentare il prezzo del gas e di attuare nuove ritorsioni. Gli ucraini che sono rimasti in patria lottano  con tutte le loro forze contro l’invasore russo, che attacca obiettivi civili e militari provocando molte vittime anche e soprattutto i bambini.

Grazie alla storia sappiamo che gli uomini fin dall’antichità combattono tra di loro per molti motivi dai più ai meno sensati, ma quelli principali sono l’ambizione e l’avidità. Ogni volta che nei libri di storia leggo di guerre durate anni e anni, penso: “Non ci sono altri modi per risolvere i problemi senza usare la violenza?”. Nelle guerre la maggior parte delle volte perdono la vita tanti innocenti e non parlo solo dei civili ma anche di chi ha scelto di combattere per il proprio paese. La maggior parte di loro non sa nemmeno il perché di questa guerra e ciò mi fa pensare ai versi di una canzone che dice “Dicono prima di iniziare una guerra è meglio che tu sappia per cosa stai combattendo”. Ma lo si può interpretare anche in un altro modo; chiunque pensi di iniziare una guerra, deve riflettere sulle motivazioni e pensare: “Ha senso iniziare una guerra per questo? Non c’è un’altra soluzione?”. Della guerra c’è però un’altra faccia della medaglia che raramente viene raccontata, quella dove si descrive il grande coraggio di uomini e donne che combattono per la pace o cercano di salvare il maggior numero di vite possibili. Sono dell’idea che una guerra non debba essere fatta se non per i giusti motivi, quali proteggere gli altri ed eliminare coloro che pensano solo alla morte e alla distruzione, senza un cuore e senza una coscienza, con i quali non si può ragionare.

A mio parere dovremmo tutti gridare al mondo la celebre frase “Make love, not war” (“Fate l’amore, non la guerra”) usata negli anni ’60 in America da quanti  erano contrari alla guerra del Vietnam; frase che, da quel momento, si è diffusa anche in altre parti del mondo, perché l’unico modo per evitare tutta questa violenza e questa morte è far sentire la nostra voce nella speranza di essere ascoltati.

Cleide Messineo