Buzzati protagonista dei Colloqui Fiorentini 2022

Sabato 19 marzo si sono conclusi i Colloqui Fiorentini, edizione 2022. “Uno ti aspetta”, il titolo che ha invitato migliaia di studenti di tutta Italia a sviscerare completamente le tematiche e lo stile dei racconti e dei romanzi più celebri dell’autore Dino Buzzati

di Gabriele Coli, Riccardo Olivieri, Elena Papini 2B

Cosa sono i Colloqui Fiorentini

Nel 2002 da un gruppo di docenti nasce un’attività con lo scopo di arricchire l’offerta formativa delle scuole italiane. Infatti, proprio dal 2002 con Eugenio Montale, fino a quest’anno con Dino Buzzati, i Colloqui Fiorentini danno agli studenti di tutta Italia la possibilità di conoscere ed interessarsi allo stile di scrittura di un certo autore e alle sue tematiche principali. Lo studio di preparazione culmina in coinvolgenti convegni e seminari di approfondimento.

I Colloqui propongono  un concorso con premiazione finale secondo 3 diverse sezioni: quella artistica, concentrata sull’aspetto grafico-visivo, quella narrativa, che propone di inventare e scrivere un racconto secondo le tematiche e lo stile dell’autore, e per finire, la sezione delle tesine, che mirano a raccontare un tema dell’autore per sviluppare una ipotesi di interpretazione che nasce da una lettura attenta e personale dei testi.

L’esperienza di quest’anno

I partecipanti di quest’anno hanno dovuto scrivere e presentare entro fine gennaio i loro prodotti finali, disegni, racconti o tesine.

A causa delle restrizioni per il Covid, il convegno e i seminari si sono tenuti in diretta streaming, dal 17 al 19 marzo, e sono state approfondite diverse tematiche riguardanti la produzione di Buzzati. Gli incontri sono stati presentati e accompagnati dal presidente dell’Associazione Diesse, Gilberto Baroni e dal direttore dei Colloqui Fiorentini, Pietro Baroni.

Nella prima giornata, il giornalista Davide Perillo ha introdotto Buzzati toccando i temi più consueti dell’autore e portando i partecipanti a ragionare sulla sua mentalità e sul suo pensiero. La parola mistero ha legato insieme tutti i racconti dell’autore, definendo non qualcosa di incomprensibile, ma una profondità negli aspetti quotidiani della vita, qualcosa che non vediamo e non possiamo toccare, ma che Buzzati ha saputo raccontare. Strettamente connesse al mistero sono l’inquietudine e la magia, presenti nei racconti Il Colombre, La giacca stregata, Una goccia, Eppure battono alla porta.

Il secondo relatore è stato il professor Alessandro D’Avenia, che ha proposto una lettura de “Il deserto dei Tartari”, comparando le parole a disegni meno noti del Buzzati pittore. Ha toccato, in particolar modo, i temi della solitudine, il senso dell’attesa, l’impossibilità di tornare alla vita di prima dopo il drastico cambiamento del protagonista. Il professore ha inoltre evidenziato gli aspetti fortemente autobiografici e quasi profetici del romanzo, analizzando in particolare il finale del libro e l’ultimo disegno dello scrittore prima della sua morte che lascia senza fiato il lettore. 

Gianfranco Lauretano, poeta e scrittore, ha aperto la seconda giornata, proponendo un’accurata analisi testuale del romanzo Un Amore, ma non prima di spiegare in che modo vada letto un libro. Ci sono tre suggerimenti in base ai quali si può davvero studiare un autore:

Sentire un libro, trovarsi nella condizione di volerlo leggere, provare piacere nel leggerlo;

Capirlo, farsi delle domande, capire il pensiero dello scrittore.

Ultima, ma non per importanza, la condizione che molte volte a scuola viene tralasciata, ossia

Decidere, dare un giudizio, riflettere sugli insegnamenti che l’opera trasmette.

Alle parole illuminanti di Lauretano è seguito l’incontro con la giornalista saggista, Lucia Bellaspiga, che ha proposto un intervento creativo e appassionante, in grado di trasmettere la modernità dello scrittore. Lanciando la domanda: Buzzati come avrebbe raccontato il Covid-19? la giornalista ha cercato di immaginare come Buzzati avrebbe scritto della pandemia basandosi sui numerosi racconti e dipinti ed è riuscita a dimostrare come già, a modo suo, Buzzati aveva raccontato l’umanità che si dibatte nella paura, o le scene di catastrofe che portano con sé l’ottusità e la cecità di molti come nel racconto, All’idrogeno o in  Poema a fumetti. Il narratore Buzzati aveva già immaginato l’infodemia o la bolla dell’informazione capace di travolgere tutto.

Il direttore Pietro Baroni ha chiuso i Colloqui offrendo una sintesi efficace dei lavori dei due giorni. Di Buzzati ha sottolineato il rapporto con la speranza, citando in particolare i racconti Uno ti aspetta, I sette messaggeri, Sciopero dei telefoni, Plenilunio, Il califfo ci aspetta. 

L’importanza di questo evento

I Colloqui sono un’attività molto costruttiva e stimolante per gli studenti. Infatti, permettono loro di imparare a conoscere il proprio stile di scrittura, riflettere su tematiche del passato che talvolta si scoprono essere ancora quotidiane, conoscere meglio se stessi ed i propri compagni, approfondendo un solo autore per un lungo periodo di tempo, non leggendo i soliti esempi antologici proposti dai libri di scuola, ma approfondendo l’opera, la vicenda umana di un autore riuscendo, come ha ricordato lo scrittore Lauretano, citando Dostoevskij, a trovare l’uomo nell’uomo.