Soffio di vita

 

Un tempo  da un ampio o terreno sprizzava vita,

fuoriusciva il profumo del frumento,
nasceva un sentimento.
Oggi, su quel campo non passeranno più contadini,
di rado si sentiranno uccellini,
poiché quel campo non sarà più odoroso,
ma tutt’altro che armonioso
e dal manto di quel suolo
non crescerà più un filo d’erba
e si respirerà un’aria acerba.
Questo perché nelle pareti di questo rifugio
rimbomba il silenzio assordante
delle voci strozzate di persone
costrette ad un combattimento fra vita e morte.
E nonostante ciò il tempo scorre come un fiume
e dall’orizzonte brilla il solito lume
che affronta le cenerognole nuvole.
Intanto il vento si scaglia sul rifugio
e lascia assaporare uno squarcio di vita.
Il sole sorge per tutti e
s’innalza per un
popolo unico
che vuole tornare a riabbracciarsi
e che non vuole più vedere i propri fratelli ammazzarsi.
Con la guerra,
quest’aria perde colore
e il sole non ha più la stessa magia,
bensì una triste cornice bigia.
È mattina anche per chi prova a parlare parole
e dentro di sé sente scoppiare il cuore:
ed è così che i loro occhi non vogliono più aprirsi
poiché mesti
e spersi.
È mattina, ma non sarà questa a colorare
la terra della trincea.
Sibila il caldo vento,
attraversa le fredde campagne,
scorre per poderi
mentre suonano le sirene
ma non cessa la speme.
In trincea si percepisce
l’amarezza
che nel cuore fluisce,
che vuole che la gioia
torni a fargli compagnia
e che la guerra non gliela porti più via.

Lucio Licitra IB Liceo Classico – Istituto “G.  Carducci” – Comiso RG